FANO – “Su Saipem ed Eni continua un estenuante gioco di specchi, mentre aziende e governo rassicurano sui floridi sviluppi per il futuro, il presente ci racconta una realtà diversa, con la chimica ad un passo dall’essere svenduta e l’ingresso di un fondo in Saipem privo di poteri di indirizzo industriale”. Lo afferma l’on. Lara Ricciatti di Sinistra Italiana, che è tornata ieri ad interrogare il ministero dello Sviluppo economico sulle scelte strategiche del gruppo Eni e la sua coerenza con le politiche industriali del governo.
“Se da un lato il ministero continua a ripetere che non si intravedono riduzioni di investimenti da parte di Eni nei settori dell’estrazione e della chimica, così come non risulterebbero particolari criticità sulla situazione occupazionale di Saipem, dall’altra emergono con forza ipotesi di cessioni prive di indirizzo strategico e senza alcuna concreta garanzia di tutela dei posti di lavoro – continua Ricciatti -; ieri, ad esempio, i lavoratori Eni hanno manifestato a San Donato Milanese sulla ipotesi i cessione da parte del Gruppo di Versalis, una delle principali società della chimica in Europa, ad un fondo con limitate capacità finanziarie, non in grado di sostenere lo sviluppo che un colosso con Versalis richiederebbe”.
“Non bastano le rassicurazioni formali, chi segue la vicenda da vicino sa perfettamente che l’attuale indirizzo del Gruppo è quello delle cessioni e dismissioni prive di rilancio industriale. Alla sottosegretaria allo Sviluppo Vicari ho posto una domanda precisa: se sussiste, per il governo, una divergenza tra le scelte strategiche del gruppo Eni e le politiche industriali del governo, considerato l’arretramento di Eni in alcuni settori strategici (tra i quali Saipem, appunto) e la maggiore attenzione ai mercati internazionali. Registro con amarezza che a queste domande la sottosegretaria non ha voluto rispondere. Ma continueremo a seguire in modo attento tutti gli sviluppi, senza accontentarci di rassicurazioni di facciata”.