FANO – E’ un deserto quello che avanza nel porto di Fano (Pu). E’ un deserto formato dai fanghi che si sono accumulati negli anni e che impediscono il transito ai pescherecci e alle imbarcazioni nell’infrastruttura. La mancanza del dragaggio causa danno alle cooperative di pesca della marineria fanese, costrette nel tempo a doversi spostare in altri porti per poter continuare a lavorare, e provoca un’indignazione morale come cittadini che vedono ledere il proprio diritto al poter compiere liberamente un’attività imprenditoriale. Coomarpesca, Associazione Produttori Pesca Adriatica, Cooperativa Piccola Pesca e Consorzio Ittico Fanese però non ci stanno e continuano a far sentire la propria voce e il proprio dissenso. Hanno, per questo, scelto di far affiggere dei manifesti, in questi giorni a Fano (Pu), con l’eloquente immagine di un porto invaso dai fanghi e dalla sabbia. Gli stessi manifesti sono stati messi anche ad Ancona. Un messaggio sempre più forte indirizzato alla pubblica amministrazione che, con “creatività e lungimiranza”, sta causando, nel porto fanese, la fine delle attività di pesca. “Siamo sempre stati pronti al confronto – dicono Coomarpesca, Associazione Produttori Pesca Adriatica, Cooperativa Piccola Pesca e Consorzio Ittico Fanese – e sempre lo saremo. Ma dove sono le risposte delle istituzioni, Regione e Comune di Fano, che ci hanno garantito in più occasioni? Noi le stiamo ancora aspettando”.