Covid, migranti in quarantena abbandonano centro d’accoglienza a Cartoceto: Prefetto convoca i gestori

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CARTOCETO – Si è svolto questa mattina un incontro convocato dalla Prefettura di Pesaro Urbino, relativo all’abbandono anticipato di alcuni migranti ospitati presso il centro di prima accoglienza, gestito a Cartoceto dall’Associazione “Incontri per la democrazia”, affinché, con la collaborazione dei soggetti preposti, tali episodi non vengano a ripetersi. Al loro arrivo infatti, i migranti devono obbligatoriamente svolgere all’interno di tali strutture un periodo di quarantena ed attendere l’esito delle procedure di tamponamento, al fine di determinare l’eventuale positività al Covid-19.

Dei sette migranti tunisini destinati la scorsa settimana a Cartoceto, quattro hanno abbandonato anzitempo il centro di via Battiticcio, così come gli altri tre che nella giornata di ieri hanno fatto perdere le loro tracce, non rispettando quanto previsto dal protocollo di prevenzione dettato dall’emergenza Covid-19.

La vicenda ha indotto la Prefettura, anche in vista dell’imminente arrivo di altri otto migranti, di cui tre donne con figli minori ed altri soggetti adulti, a convocare d’urgenza i gestori della struttura, insieme ai rappresentanti dell’Asur, alle forze dell’ordine ed alla polizia locale di Cartoceto. Obiettivo dell’incontro, quello della responsabilizzazione al controllo ed alla vigilanza, in particolare rivolto al gestore “Incontri per la democrazia”.

«La nostra polizia locale – ha tuonato il Sindaco di Cartoceto, Enrico Rossi – collaborerà in modo fattivo nel limite delle possibilità, con gli organici ridotti con i quali è costretta ad operare, ma è ineludibile, vista l’emergenza sanitaria ancora in corso, che “Incontri per la democrazia” si prenda carico in modo deciso di questa situazione. Non si può pensare – continua il Sindaco – che la polizia locale, già al cinquanta per cento rispetto alle reali necessità del nostro territorio, possa piantonare h24 la struttura, alternativamente alle forze dell’ordine.»

«Concordo con la Prefettura – prosegue il Sindaco – che saggiamente ha voluto convocare i soggetti chiamati a cooperare allo scopo e che ha evidenziato come a farsi capo del problema debbano esserci soprattutto i gestori del centro. Di certo, in passato, “Incontri per la democrazia” non ha brillato per l’efficienza nella gestione della struttura, ma viste le importanti risorse percepite per dirigere il centro, tocca all’Associazione dotarsi urgentemente di figure preposte al controllo. Non si tratta solo di informare i migranti delle misure in vigore, attraverso i mediatori culturali impiegati. E’ imprescindibile poter contare su collaboratori capaci di garantire le adeguate misure di sorveglianza, insieme alle forze dell’ordine e polizia locale, perché nessuno lasci la struttura sino all’esito del tampone e alla conclusione del periodo di quarantena.»

Il tema, annoso e di grande attenzione per l’opinione pubblica, si fa ancora più delicato in un periodo come questo dove, al consueto aumento estivo degli sbarchi sulla costa italiana e il conseguente incremento dell’ingresso nel nostro Paese di migranti, si accompagna la preoccupazione per l’accesso sul nostro territorio di possibili soggetti portatori di coronavirus. «Occorre evitare in ogni modo comportamenti irresponsabili che consentano con facilità ai migranti, violando le procedure prescritte, di abbandonare anticipatamente le strutture rispetto ai termini indicati dai protocolli – sostiene duramente il Sindaco Enrico Rossi – si rischia potenzialmente di vanificare gli sforzi prodotti da tutti i cittadini, che hanno modificato radicalmente il proprio stile di vita. “Incontri per la Democrazia” si assuma dunque concretamente le responsabilità di parte e proceda immediatamente con l’individuazione di figure affidabili, preposte alle attività di controllo necessarie».

«In ultimo – conclude il Sindaco – ho già informato la Prefettura dell’inadeguatezza interna della struttura, che permette la promiscuità tra soggetti adulti di sesso maschile e di donne con figli minori, e che genera, così come già accaduto in passato, condizioni di notevole disagio e situazioni igienico sanitarie inadatte».

 

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