Pena ridotta in appello per don Giangiacomo Ruggeri, l’ex portavoce del vescovo di Fano arrestato nel 2012 per aver compiuto atti sessuali su una tredicenne sua parrocchiana, scambiando con lei effusioni in spiaggia, sotto gli occhi del bagnino, che poi chiamò la polizia. In primo grado il sacerdote, che oggi ha 46 anni, era stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione. La Corte d’appello di Ancona ha accolto il ricorso del difensore, l’avv. Gianluca Sposito, condannando l’ex parroco di Orciano a un anno, 11 mesi e 10 giorni di reclusione. Al prete i giudici hanno riconosciuto l’ipotesi attenuata e la sospensione della pena. Soddisfatto l’avv. Sposito, per una decisione a suo avviso ”assolutamente adeguata al caso di specie”. Don Ruggeri (tuttora sacerdote, anche non può celebrare in pubblico) è tornato a vivere nel Fanese dopo un periodo di lavoro a Roma, presso una mensa per i poveri.
‘Don Server’, come lo chiamavano iragazzi di Fano, era direttore della web tv diocesana e assistente spirituale delle scout Scolte, oltre che parroco di Orciano, un paese di duemila abitanti, dove vive la minorenne.
Subito dopo l’arresto, mons. Armando Trasarti lo aveva sospeso da ogni incarico pastorale, esprimendo pubblicamente ”sconcerto e dolore” per la gravità del fatto e ”piena solidarietà” alla vittima. Dopo 44 giorni in carcere e 4 mesi agli arresti domiciliari don Ruggeri era stato per un periodo in un convento, poi a Perugia (come addetto alla biblioteca della Diocesi) e infine a Roma. Durante l’inchiesta, la tredicenne era stata
ascoltata dai pm in un’audizione protetta, assistita da una psicologa. Per l’avv. Sposito, quella fra la quasi-bambina e il suo educatore era una sorta di ”relazione affettiva privilegiata, un rapporto bilaterale, nonostante la differenza d’età”. Una versione che aveva scatenato le proteste di molte associazioni e gruppi femministi. Ruggeri e la minorenne erano stati ripresi il 10 e 12 luglio 2012 dalle telecamere nascoste della polizia
mentre si scambiavano baci e carezze sotto un ombrellone e nel mare di Torrette a Fano. ”Accetto le decisioni della giustizia” aveva detto il sacerdote subito dopo la sentenza di primo grado emessa con ilrito abbreviato al Gup di Pesaro il 3 dicembre 2013. “Mai, in nessun modo, ho avuto nell’animo e nei gesti altri sentimenti che non fossero un affetto sincero”, anche se è vero che “in quello che è accaduto ho confuso il modo di esprimere questo affetto”.