PESARO – Anche Confesercenti interviene sulla questione dei rischi legati agli assembramenti: “E’ vero, il problema esiste –commenta il responsabile Confesercenti di Pesaro Alessandro Ligurgo– in questo momento, nel quale i contagi stanno pericolosamente risalendo, si vedono assembramenti non soltanto nei pressi dei locali pubblici, ma anche, in generale, nei luoghi all’aperto, che andrebbero assolutamente evitati. Alla luce di questo, ed anche del nuovo decreto governativo che dovrebbe uscire a breve con un nuovo giro di vite sul distanziamento sociale e sulle regole da tenere in comunità, chiederemo formalmente alle forze dell’ordine di intensificare i controlli sul territorio, per agire a scopo preventivo e contribuire ad alzare il livello di guardia. E’ evidente, infatti, che la maggior parte dei cittadini non ha preso coscienza del rischio che si sta di nuovo correndo a seguito dell’escalation di contagi degli ultimi giorni.
Agire sulla prevenzione è indispensabile anche perché non sarà possibile, né sostenibile per il paese un altro lockdown come quello di marzo.
“Per ciò che riguarda, nello specifico, la situazione nei negozi ed, in particolare, nei pubblici esercizi –prosegue Ligurgo- siamo concordi con la posizione espressa da altre Associazioni: è indispensabile ed urgente individuare un protocollo che individui compiti e doveri dei titolari degli esercizi. Ci chiediamo ad esempio se sia sufficiente che il titolare dell’esercizio chiami le forze dell’ordine qualora noti particolari assembramenti nei pressi del proprio locale, oppure se sia una sua facoltà –ed un suo compito- cercare di disperdere tali assembramenti. Insomma, serve una sorta di vademecum che chiarisca quali sono i
comportamenti che può e deve tenere l’operatore, per tutelare la propria salute e quella dei propri clienti, oltre che, naturalmente, il proprio lavoro. In tal senso –conclude Ligurgo- ci associamo alla richiesta di un incontro urgente al prefetto, per definire questi precisi criteri di intervento che garantiscano, da una parte, la tutela della salute pubblica e, dall’altra, la possibilità per gli operatori di lavorare con maggiore consapevolezza e, quindi, anche con più tranquillità”.