PESARO – Prosegue l’attività del personale della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Pesaro, mirata al contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti; sostanze il cui uso personale sembra sia ormai diventato una consuetudine e che non desta più allarmismo, malgrado il danno fisico, psichico, economico e sociale sia elevato. Gli investigatori, vista anche la riapertura delle attività e il riprendere della vita sociale, compresa l’ormai assurta alle cronache “MOVIDA”, che vede il ritorno all’aperitivo e alle uscite serali, hanno intensificato i controlli, in particolare nell’ultimo lungo weekend, lungo le principali arterie nonché presso la locale stazione F.S..
Ciò anche in considerazione del fatto che tale circostanza avrebbe sicuramente comportato l’aumento del consumo di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, tra i giovani e i giovanissimi. Proprio tali servizi di polizia giudiziaria, in particolare quello svolto presso la locale stazione ferroviaria, hanno permesso di bloccare, nella mattinata dello scorso lunedì 1 giugno, un quantitativo di cocaina che sarebbe andato sicuramente, debitamente tagliato, suddiviso e confezionato in dosi, alla citata “MOVIDA” pesarese.
Gli investigatori, infatti, hanno notando scendere da un treno, proveniente dalla vicina Romagna, un albanese 20enne che uno degli operatori riconosceva come quello già identificato presso l’abitazione di altro connazionale tratto in arresto per reati connessi al traffico di stupefacenti. Le due convergenze, unite al fatto che lo straniero, in evidente stato di agitazione, non forniva alcuna valida giustificazione circa la sua presenza Pesaro, hanno convinto gli agenti circa l’opportunità di approfondire il controllo con una perquisizione. E’ stato così rinvenuto sul fondo del borsello portato a tracolla dal sospettato, un involucro in cellophane e pellicola d’alluminio, contenente sassi di cocaina del peso superiore al mezzo etto.
Tale quantitativo, subito sequestrato, con ogni probabilità caratterizzato da un elevato livello di principio attivo (vista la sua conformazione in sasso), avrebbe permesso, una volta tagliato, di confezionare un centinaio di dosi da 0,7/0,8 grammi, che vendute a 80 euro di media a dose avrebbero consentito un guadagno di circa 8.000 euro.
L’albanese, richiedente asilo politico, nullafacente, è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e ristretto presso la locale Casa Circondariale.
Nella mattinata odierna il Giudice del Tribunale di Pesaro ha convalidato l’arresto emettendo nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere.
L’operazione segue quella che ha già portato all’arresto di un pesarese con oltre venti grammi di eroina, anch’esso proveniente da Rimini e quella relativa all’arresto di un giovane italiano residente a Mombaroccio trovato in possesso di hascisc, cocaina, metamfetamine e oppio.