PESARO – Cinque anni senza Giulio Regeni. Il 3 febbraio 2016, il corpo senza vita del ricercatore italiano scomparso al Cairo, in Egitto, venne ritrovato con segni di innumerevoli torture, abbandonato ai lati di una strada: una triste vicenda che aspetta ancora la sua verità.
«Dopo cinque anni di falsità, crediamo che si debba fare piena chiarezza su questa vicenda, come chiede la famiglia di Giulio, anche per fare rispettare le regole definite dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura – è il commento del sindaco Matteo Ricci -. Continuiamo a diffondere con forza “la voce” di Giulio, la voce della verità». Oggi, nel quinto anniversario, i ragazzi del liceo G.Marconi di Pesaro hanno organizzato un flashmob in piazza del Popolo, al quale hanno partecipato i rappresentanti di tutte le classi e scuole superiori pesaresi. Seduti nel loro banco, nel rispetto dei divieti e delle norme anti Covid-19, hanno assistito ad una toccante lezione di legalità e libertà. «Valori per i quali Giulio è stato ucciso», ha spiegato il presidente del Consiglio Marco Perugini, ricordando anche la lunga prigioni di Patrick Zaki. «Giulio ci ha lasciato una grande responsabilitaÌ: imporci, anche nel quotidiano, per conservare e preservare principi, diritti e doveri alla base dell’umanitaÌ. Oggi ricorrono i 5 anni dal ritrovamento del suo cadavere. Occorre pretendere veritaÌ e giustizia, ora, sempre. Grazie ai rappresentanti di istituto, a docenti e ai dirigenti scolastici del Liceo Scientifico, Mamiani e Mengaroni, per questa importante lezione in piazza Del Popolo. Lo dobbiamo per Giulio, per Patrik e per le loro famiglie».
Tra i 99 banchi in piazza del Popolo, uno vuoto, giallo, dedicato a Giulio Regeni. «Perché –hanno spiegato i ragazzi – Lui è uno di noi, lui è come noi». Un’istallazione ideata e creata dai ragazzi del liceo Artistico Mengaroni, che verrà posizionato all’ingresso del Marconi.
Tra i momenti più commoventi, il messaggio dei genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni. Poi la telefonata dell’avvocato della famiglia Alessandra Ballerini, le canzoni preferite del ricercatore scomparso interpretate dagli studenti del musicale e i bigliettini per chiedere “Verità” inviati alle istituzioni.
Un evento patrocinato dal Comune di Pesaro, dalla presidenza del Consiglio e l’assessorato alla Crescita.