Ciclovia del Metauro, il Comitato: “Fumo negli occhi. Non può essere chiamata così”

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FANO – “Premesso l’apprezzamento per la realizzazione di un nuovo ponte tra due quartieri di Fano, è inaccettabile che nella comunicazione della Regione Marche si parli in maniera tanto fumosa di un’opera fondamentale come la Ciclovia del Metauro”. 

“In particolare, si continua a definire “ciclovia” l’infrastruttura appena presentata alla stampa che non è affatto una ciclovia perché non ha le carte in regola e non rispetta la l.n. 2/2018; tale legge prevede percorsi a doppio senso ciclabile, sicuri e agevoli; invece,  lungo la valle del Metauro è progettato un sentiero stretto e pericoloso, frettolosamente disegnato nel 2021”.

“Ormai tutti sanno come sono fatte le vere ciclovie, quelle che attirano tantissimi turisti  perché sono sicure, belle, in gradevoli contesti ambientali, lontane dal traffico motorizzato, con punti di assistenza meccanica e ristoro, ecc”. 

“Ammesso che a Fano vengano realizzati i primi 8 km, quante persone, soprattutto non esperte del territorio, si azzarderebbero a pedalare, per esempio, in via Galilei o via Attilio Regolo, insieme ad auto e motorini che corrono veloci, dove lo spazio per una ciclovia non esiste? Per non parlare dei costi per finanziare (come?) altre decine di km, nuovi ponti, modifiche alla viabilità, espropri, ecc., cioè tutto quello che viene rinviato a un futuro indeterminato”.

“E quali sarebbero i danni all’immagine e i mancati guadagni per i soggetti che, come altrove, possono trarre grandi benefici dai flussi cicloturistici che nella valle del Metauro, con un’infrastruttura del genere, non arriveranno mai?”.

“Da notare poi che l’infelice scelta del percorso di questa presunta ciclovia è stata fatta per evitare quello più logico e conveniente lungo l’ex ferrovia Fano Urbino; le negative conseguenze si pagano anche in un altro campo; la barriera vegetale prevista per schermare la nuova centrale elettrica di Carrara non si può fare! Se, come la stessa Regione conferma, venisse riattivato il treno, le norme di sicurezza ferroviaria non consentono la presenza di alberature per una larga fascia a ridosso dei binari”. 

“Ma tutto questo non lo dice un’informazione istituzionale lacunosa e reticente. Meglio continuare a gettare fumo negli occhi”.

Comitato Ciclovia del Metauro

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