FANO – Grandi libri per conoscere La Grande Guerra:
4 lezioni-conferenze multimediali
a cura del prof. Paride Dobloni
6 / 13 / 20 / 27 novembre 2014
ore 17.30
Mediateca Montanari – Memo
Programma:
giovedì 6 novembre 2014
L’apocalisse della modernità: 2 colpi di pistola, 10 milioni di morti. L’inizio del secolo breve
Perché scoppia la Prima Guerra Mondiale? Che rapporto c’è tra la casualità dell’attentato a Sarajevo e il crollo della civiltà moderna, naufragata nelle trincee della Grande guerra? Eppure la guerra era stata invocata, a inizio secolo, come una catarsi: da artisti e intellettuali, prima ancora che da politici e militari. Bastarono pochi mesi di trincee per trasformare questa euforia in sgomento, incredulità, in angoscia profonda. Nel fango delle trincee muore pertanto una falsa idea di progresso sulla quale si era costruita la ricca stagione imperialista dell’Europa. Si apre così – con questa apocalisse della modernità – il «secolo breve». Il compito di questa prima lezione è quello di ricostruire il contesto storico che portò a quella tragica stagione di guerra, cercando di individuare le ragioni profonde dello scoppio delle ostilità, mettendo a fuoco le complesse dinamiche internazionali che la causarono. Questa operazione di ricostruzione della memoria storica forse non è inutile. Perché lì, in quelle trincee, è nata una nuova idea di mondo. Che è quello stesso che viviamo noi oggi.
Libri di riferimento:
E. J. Hobsbawm, Il secolo breve: 1914-1991
E. Gentile, L’apocalisse della modernità
E. Gentile, Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo
giovedì 13 novembre 2014
L’officina della guerra: vicende, imprese, tragedie della Grande guerra
La Grande guerra interruppe il flusso della vita e della storia. Per cinque lunghi, infiniti anni si arrestò il battito cardiaco della vecchia Europa. Ogni paese divenne una immensa officina nella quale la guerra era il prodotto, lo Stato il padrone, i soldati la forza lavoro. Comprendere a fondo la Grande guerra significa coglierne la sua modernità, mettendo a fuoco il carattere industriale del conflitto: un inesauribile traffico di uomini, soldati, automobili, cannoni. Ma la guerra non fu solo questo. Essa portò a una vera e propria trasformazione del mondo mentale degli uomini, che impareranno ben presto a fare i conti con nuove e inaspettate esperienze sensoriali: il boato dei cannoni, le nuove dimensioni della morte, la deformazione delle mutilazioni, i segni psichici della pazzia. La Grande guerra è stata la prima (e più grande) esperienza collettiva della nuova Europa. Questa seconda lezione intende ricostruire il complesso contesto sociale, economico e militare della Grande guerra. Verranno sintetizzate le vicende belliche di 3 fronti (occidentale, orientale e italiano) e contemporaneamente messe a fuoco le complesse dinamiche interne (il lavoro di fabbrica, i contadini, le donne, solo per citarne alcuni).
Libri di riferimento:
B. H. Liddel Hart, La prima guerra mondiale. 1914-1918
A. Gibelli, L’officina della guerra. Le trasformazioni del mondo mentale
A. Gibelli, La grande guerra degli italiani 1915-1918
M. Isnenghi e G. Rochat, La grande guerra 1914-1918
giovedì 20 novembre 2014
«Noi non vogliamo la guerra!» Lettere dal fronte, plotoni di esecuzione, emozioni di guerra
«Noi non vogliamo la guerra!» Lettere dal fronte, plotoni di esecuzione, emozioni di guerra.
Quali sono i sentimenti, le percezioni, le angosce dei soldati al fronte? Solo per fermarci al caso italiano, furono oltre 4 miliardi (!) le lettere, cartoline, missive scritte da e per il fronte. Non è facile districarsi in questo groviglio di memorie che descrivono dal basso, con un linguaggio semplice, diretto, spesso sgrammaticato, la tragica esperienza della guerra vissuta. Oggi, a cent’anni dall’inizio del conflitto, è doveroso – oltre che metodologicamente corretto – ricostruire la Grande guerra a partire anche da queste fonti private, spesso indirette, come è il caso delle sentenze dei processi ai cosiddetti «disertori, ammutinati, codardi, ribelli». Questa terza lezione intende fornire uno spaccato di queste emozioni di guerra. Delle quali si dovrà pur tener conto, se si vuole tentare di comprendere più in profondità il (non) senso di questa come di tutte le guerre combattute dall’uomo.
Libri di riferimento:
F. Caffarena, Lettere dalla Grande guerra
R. Monteleone, Lettere al re 1914-1918
E. Forcella e A. Monticone, Plotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale
L. Gorgolini, Emozioni di guerra. Le Marche di fronte ai conflitti del Novecento
giovedì 27 novembre 2014
Il lutto e la memoria moderna: cosa resta della Grande guerra?
La fine del primo conflitto mondiale, con il suo carico di morte (per fermarci alla sola Italia, 650 mila morti e quasi un milione di feriti, la metà dei quali mutilati), apre in Europa una faticosa stagione di lutto, pubblico e privato. Come esprimere il generale sentimento di perdita, di demoralizzazione che pervase i cittadini di ogni stato? Come elaborare quel lutto? Come commemorarlo? L’Europa intera scelse – forse per una sorta di risarcimento morale nei confronti dei caduti – la strada della monumentalizzazione della memoria. Non ci fu piccola e grande città ove non si allestì, nell’immediato primo dopoguerra, un monumento ai caduti. La morte venne subito mitizzata, sacralizzata. La memoria pubblica finì così per sovrastare (e interrompere) il normale corso della memoria privata. Questa quarta e ultima lezione prende in esame l’ultimo anno di guerra e il periodo del dopoguerra, visto non tanto nei suoi aspetti economici e sociali, ma raccontato a partire da questo complesso – e sottile – percorso di esorcizzazione della memoria. Per ragioni complesse – non del tutto estranee alla Grande guerra – in Italia questo percorso si contaminò (fino a fondersi) con la deriva totalitaria del fascismo: guerra, modernità e violenza politica, il vocabolario dei cinque anni di guerra, divennero le armi che il fascismo fece proprie. La Grande guerra, quindi, fu anche l’inizio di quella deriva totalitaria italiana, malattia che nel decennio successivo finì per contaminare anche il resto d’Europa.
Libri di riferimento:
P. Fussel, La Grande guerra e la memoria moderna
E. J. Leed, Terra di nessuno. Esperienza bellica e identità personale
J. Winter, Il lutto e la memoria. La Grande guerra nella storia culturale europea
A. Ventrone, La seduzione totalitaria. Guerra, modernità, violenza politica
Bibliografia integrativa
I volumi indicati in calce ad ogni conferenza sono considerati testi imprescindibili per una riflessione sulla Grande guerra.
Per approfondimenti ulteriori consigliamo la seguente bibliografia:
L.Albertini, Le origini della Guerra del 1914, 3 voll., Libreria Editrice Goriziana, 2011
S. Audoin-Rouzeau, J.J. Becker, La prima guerra mondiale, Einaudi, 2007
A. Baravelli, La vittoria smarrita. Legittimità e rappresentazioni della Grande Guerra nella crisi del sistema liberale (1919-1924), Carocci, 2006
N. Bultrini, A. Tentori, Il Cinema della Grande Guerra, Nordpress*
L. Fabi, Gente di trincea, Mursia*
L. Fabi, La prima guerra mondiale 1915-1918, Editori Riuniti*
M. Isnenghi, I luoghi della memoria. Simboli e miti dell’Italia unita, Laterza, 2010
M. Isnenghi, Le guerre degli italiani. Parole, immagini, ricordi, Il Mulino*
M. Isnenghi, La Grande Guerra, Giunti*
N. Labanca, Caporetto. Storia di una disfatta, Giunti, 1997
M. Mandini, La guerra italiana, Partire, raccontare, tornare 1914-18, Il Mulino, 2014
A. Molinari, Una patria per le donne. La mobilitazione femminile nella Grande Guerra, il Mulino, 2014
G. Procacci, Warfare-welfare. Intervento dello Stato e diritti dei cittadini (1914-18), Carocci, 2013
A. Ventrone, Piccola storia della Grande guerra, Donzelli, 2005
*il titolo non è disponibile in biblioteca e risulta attualmente (ottobre 2014) “fuori commercio”. Per chi lo desidera è possibile reperirne una copia attraverso il servizio di prestito interbibliotecario.