MARCHE – Il limite di residenza o di lavoro è il nuovo requisito che viene proposto come condizione per l’assegnazione delle case popolari, in base al quale si deve dimostrare di essere residenti o di lavorare in un determinato territorio per un numero minimo di cinque anni.
Assegnanzione delle case Popolari: Cinque anni di residenza anagrafica o di attività lavorativa stabile nel nostro territorio. E’ questo il nuovo requisito d’accesso per tutti coloro che volessero accedere ai bandi per l’assegnazione di case popolari nell’ ambito della nostra Regione. Ed è il termine con cui il consigliere regionale Boris Rapa, Capo Gruppo “Uniti per le Marche”, propone al Consiglio regionale con una legge di modifica all’attuale normativa regionale.
“Lo scopo della modifica – sostiene Rapa- è quello di introdurre tra i requisiti dei richiedenti abitazioni di edilizia residenziale pubblica, quello della residenza anagrafica o dell’attività lavorativa stabile nell’ambito territoriale regionale da almeno cinque anni” – e prosegue- “requisito che non sussiste nella nostra legislazione regionale, fatto per cui l’iniziativa veniva lasciata in mano ai Comuni”.
Ma da qualche anno diverse regioni italiane (come ad esempio Toscana, Emila Romagna e Umbria) si sono mosse in questo senso e lo hanno inserito per scongiurare – come invece spesso accade – che i residenti storici di un comune siano inevitabilmente superati in graduatoria da altri soggetti con ISEE favorevoli, grazie al nucleo familiare molto numeroso.
“Le ragioni che ci portano a sostenere questo intervento sono diverse – riprende il consigliere Rapa- e una fra tante è il tentativo di applicare un concetto di cittadinanza più completo ed equo, che premi chi effettivamente fa parte di una comunità e ne contribuisce allo sviluppo e alla prosperità economica. E’ inoltre importante allineare la nostra legislazione a quella delle altre Regioni che dal 2003 in poi hanno modificato le loro leggi regionali sull’edilizia pubblica, incentivando così l’integrazione sociale e i legami fra i diversi soggetti presenti nel territorio”.
Secondo Rapa, infine, la proposta risolverebbe in parte anche il problema della sicurezza pubblica, limitando la diffusa pratica del “nomadismo residenziale”, poichè dando la priorità ai già residenti da tempo, si presterebbe conseguentemente un servizio a coloro che sono maggiormente integrati nella comunità. “Ritengo sia giusto – conclude il consigliere – aprire un canale preferenziale di accesso alle case popolari, rivolto principalmente a chi è del luogo, residente e magari in attesa da tanti anni! La recente crisi economica ha messo in ginocchio anche molte nostre famiglie, per cui credo sia doveroso dare a queste la possibilità di rialzarsi, favorendole ad esempio nel diritto fondamentale ad una abitazione”.
Boris Rapa
Capo Gruppo Uniti per le Marche
Consiglio regionale