Card. Menichelli, giornalisti siate liberi e dite la verità

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ANCONA – Costruire il bene comune, essere al servizio della verità e non rinunciare ad un ruolo educativo. Questo l’invito ai giornalisti del cardinal Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona e Osimo, in visita questa mattina alla redazione del Messaggero di Ancona per la festa del patrono della categoria, San Francesco di Sales. Ricevuto dal coordinatore per le Marche della testata, Roberto Sopranzi, attorniato dai colleghi, Menichelli ha chiesto ai giornalisti di ”essere liberi e di far rinascere una giusta laicità”. ”Una cosa – ha spiegato – è il laicismo, che è il rovescio del clericalismo, altra cosa è la laicità che mette al centro la persona umana al di là del suo credo politico e religioso. Non c’è stata al mondo persona più ricca di laicità di Cristo che accoglieva tutti, né libro più aperto verso la gente del Vangelo”. Poi Menichelli ha criticato il sensazionalismo dei media. ”Oggi la comunicazione è più facile e veloce – ha riconosciuto – ma questo impedisce spazi di riflessione sugli accadimenti e il rispetto per le persone coinvolte, su cui spesso fornisce particolari raccapriccianti. I media macinano tutto a un ritmo vorticoso, e quello che è successo ieri oggi sembra non esistere più, con Internet poi il mezzo sovrasta la stessa informazione’. ”Dobbiamo ricordare – ha osservato – che il compito del giornalismo è anche quello di costruire una società comunitaria. Da questo punto di vista le Marche sono ancora una regione passabile, con forti radici di onestà e legalità, ma il suo reticolo di comunità, frutto della crescita della vita sociale, va risvegliato. Quando una volta da bambino litigai con un compagno di scuola – ha raccontato Menichelli – mia madre minacciò di lasciarmi senza mangiare (e a quell’epoca si mangiava poco) se non gli avessi chiesto scusa. Quando lo feci, mi disse che era orgogliosa di me”. ”Date qualche volta anche buone notizie – ha concluso – come quelle cattive saranno oggetto di emulazione, e ricordatevi che i media devono svolgere anche un servizio educativo, tenendo presente che nessuno è padrone della verità”.

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