PESARO – Prezzo dei carburanti alle stelle. Continua la corsa inarrestabile di benzina e gasolio aumentate del 20% da inizio d’anno. Si profila una vera e propria stangata per automobilisti e autotrasportatori che produrrà una spinta inflattiva ed il conseguente aumento dei prezzi di materie prime e merci.
La denuncia arriva dalla CNA di Pesaro e Urbino che registra come fino a novembre 2020 il prezzo della benzina fosse mediamente di 1 euro e 37 centesimi al litro. Ora invece la benzina verde è quotata mediamente a 1 euro e 57 centesimi al litro. Quanto al costo del gasolio alla pompa parliamo di 1,24 centesimi (quota media a novembre 2020), ora invece quotato 1,46 al litro. Si tratta, come nel caso del costo delle materie prime per l’edilizia, di rincari ingiustificati. Vero è che il prezzo del gasolio è aumentato negli ultimi mesi, ma da qualche giorno le quotazioni del brent sono nuovamente scese senza che alla pompa nessuno se ne sia accorto. Di più. Da inizio anno le quotazioni del petrolio sono state del 2,18% e gli aumenti alla pompe italiane del 20%. Uno squilibrio evidente sul quale gli organi di controllo dovrebbero intervenire.
Ma se per le famiglie quello del carburante sarà una voce negativa per l’autotrasporto si tratta invece di una vera e propria stangata. Ogni mille litri di carburante pagano 617,40 euro di accise. Gli autotrasportatori italiani sono al secondo posto in Europa per incidenza delle accise sul costo del gasolio, preceduti solo dagli olandesi. Sono diciotto le accise che gravano sulle imprese di autotrasporto. La prima risale al 1956 per il finanziamento della crisi di Suez. In seguito, ogni disastro, alluvione o terremoto è stata applicata un’accise. Stessa cosa per il finanziamento delle missioni Onu.
“Si tratta – afferma Riccardo Battisti responsabile Cna Fita Marche – di maggiori spese che penalizzano pesantemente le 3.453 imprese di autotrasporto delle Marche, rispetto ai tanti tir stranieri che sbarcano al porto di Ancona per consegnare merci nella regione e nel resto d’Italia. A questo si aggiunge anche il costo del lavoro degli autisti stranieri, decisamente più basso del nostro”.
Per compensare le maggiori spese, fino ad oggi è prevista una riduzione delle accise dello 0,23 per cento per il gasolio da autotrazione. Ma ora questi rimborsi vengono messi in discussione. Per questo Unatras, il coordinamento unitario delle associazioni di autotrasporto, ha scritto al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, per chiedere il mantenimento dei rimborsi sulle accise.
“Eliminare i rimborsi” spiega Battisti “significherebbe far salire subito i prezzi dei prodotti di largo consumo, perché aumenterebbero i costi del trasporto delle merci. In un momento di forte crisi, come quello attuale, sarebbe una decisione con effetti fortemente recessivi. Sarebbe penalizzata una categoria, quella dell’autotrasporto, che ha mostrato ancora una volta, durante la pandemia, di tenere in piedi il paese, garantendo l’approvvigionamento dei beni di prima necessità ed il rifornimento di ospedali, farmacie e generi alimentari. Inoltre si prospetterebbe non solo una Pasqua in lock down, ma anche più cara per i consumatori e ne risentirebbe l’intero ciclo economico.”
A questo si aggiunge la pandemia che, negli ultimi dodici mesi, ha provocato un calo del fatturato nell’autotrasporto merci marchigiano, del 18 per cento, del 38,1 per cento nella logistica addirittura del 50,9 per cento nel trasporto persone