FANO – “L’epilogo della vicenda Banca Marche deve richiamare ognuno alle proprie responsabilità. Negli scorsi mesi ho più volte sollevato critiche sulle scelte poco trasparenti del Presidente della Carifano Tombari. Oggi, con una parte consistente di patrimonio andato in fumo, un suo passo indietro è ineludibile”. Cosi l’on. Lara Ricciatti (Sinistra Italiana), che torna a parlare del salvataggio di Banca Marche e delle conseguenze per il territorio e gli azionisti.
“I territori, così come tanti piccoli azionisti, hanno pagato un prezzo molto alto per il salvataggio di Banca Marche, mentre chi è stato parte attiva di molte scelte, oggi si tira fuori da ogni responsabilità.
Pur avendo subito perdite inferiori, Carifano aveva una partecipazione marginale nella Banca rispetto alle fondazioni che costituivano la proprietà storica. Dal 2009 al 2012 si è registrato un attivismo dell’Ente sotto la guida di Tombari, che ha portato ad investire in Banca Marche risorse sempre maggiori, nonostante i criteri prudenziali previsti dallo statuto della Fondazione e i probabili rischi dell’operazione. Il risultato, neanche troppo imprevedibile, è sotto gli occhi di tutti: un patrimonio di 42 milioni di euro sfumato e sottratto alle attività di utilità sociale, ambientale e culturale, che dovrebbero costituire la mission dell’Ente. Mi chiedo come si possa rimanere al proprio posto con una gestione tanto disastrosa”.
“Discorso analogo vale per la tutela dei piccoli azionisti. Oggi nel corso dell’audizione alla Camera con il Presidente de Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, sono emersi particolari in grado di accendere un ulteriore riflettore sulle modalità di salvataggio delle quattro banche.
Non esiste alcuna norma comunitaria che avrebbe impedito l’intervento del Fondo interbancario in riferimento alle banche italiane a rischio default, ma solo un’interpretazione arbitraria della Commissione Europea. Interpretazione alla quale il governo si è uniformato, impedendo nei mesi scorsi l’intervento del Fondo, mentre sarebbe stato possibile agire prima che la situazione arrivasse al punto tale da sacrificare totalmente gli interessi di azionisti e obbligazionisti. Su questo il gruppo parlamentare di Sinistra Italiana chiederà chiarimenti, ma quello che proprio non possiamo accettare è che il salvataggio di Banca delle Marche comporti un colpo di spugna sulle tante responsabilità che hanno portato a perdite così consistenti”.