Banca Marche: pm, crediti ‘facili’ per centinaia di milioni euro

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ANCONA, 10 APR – Ai vertici di Banca Marche avrebbe operato un’associazione per delinquere (articolo 416 del Codice penale): ex presidenti ed ex amministratori che, a vario titolo, s  sarebbero resi responsabili di ”appropriazioni indebite aggravate in danno di BM e della spa Medioleasing, il cui capitale è interamente detenuto da Banca Marche; corruzione tra  privati; falsi in bilancio e comunicazioni sociali ed ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza”. E’ l’incolpazione preliminare prospettata dalla procura di Ancona nel Decreto di perquisizione locale e personale (con contestuale sequestro di documenti, file quant’altro) recapitato ieri all’alba a 12 fra i 27 indagati nell’ambito dell’inchiesta sul ‘buco’ di bilancio che ha portato BM al commissariamento da parte di Bankitalia. Le posizioni dei 12 personaggi sono diversificate, ma l’accusa è pesantissima.

Il reato associativo è ipotizzato nei confronti degli ex presidenti di Banca Marche Lauro Costa e Michele Ambrosini, dell’ex vice presidente Tonino Perini (tutti e tre si sono avvicendati anche in Medioleasing), dell’ex direttore generale Massimo Bianconi, in carica fra il 2004 e il 2012, del suo vice Stefano Vallesi e degli ex direttori generali di BM Leonardo Cavicchia, Pier Franco Giorgi, Claudio Dell’Aquila. Indagati per il 416 Cp anche l’ex direttore generale di Medioleasing Giuseppe Barchiesi, l’allora vice direttore generale della spa Fabio Baldarelli, l’ex capo dei servizi commerciali Daniele Cuicchi, l’ex vice direttore Giorgio Giovannini.
Per la procura, che ha delegato le perquisizioni al Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, i ”promotori e  organizzatori” del disegno criminoso sarebbero stati Bianconi, Barchiesi e Vallesi. Con gli altri indagati nel ruolo di ”partecipanti”, si sarebbero associati fra loro e con altre persone nell’erogazione di finanziamenti alla clientela ”in alcuni casi anche a fronte di utilità per gli associati, caratterizzati da svariate irregolarità procedurali”, e  concessi ”con la consapevolezza che i crediti non sarebbero stati, interamente o in parte, riscossi alle scadenze”. ”Gli indagati inoltre – recita il decreto di perquisizione – per occultare tali condotte fornivano nelle comunicazioni sociali una falsa rappresentazione del valore dei crediti ed ostacolavano l’attività degli organi di vigilanza. In Jesi e Ancona, fino alla seconda metà dell’anno 2012”.

Secondo il pool di magistrati coordinato dal procuratore capo Elisabetta Melotti, un ”medesimo disegno criminoso” avrebbe unito gli ex presidenti di Banca Marche Michele Ambrosini e Lauro Costa, il vice presidente Tonino Perini, l’ex direttore generale Massimo Bianconi, il suo vice Stefano Vallesi, l’ex capo area concessione crediti Massimo Battistelli, gli ex vice Dg Leonardo Cavicchia, Claudio Dell’Aquila, Pier Franco Giorgi e l’ex capo del servizio concessione crediti Giuseppe Paci e gli imprenditori Vittorio Casale e Pietro Lanari nel porre in essere ”un’indebita disposizione di denaro della Banca per procurare un ingiusto profitto a favore dei gruppi finanziati, per importi complessivi di varie centinaia di milioni di euro”. Crediti e mutui insomma, venivano concessi ”violando reiteratamente la  normativa primaria e secondaria che regola gli affidamenti, sia
con riferimento ai presupposti di merito creditizio, sia all’assenza di idonee garanzie”. Le violazioni riguarderebbero i crediti concessi al Gruppo Lanari (che comprende la Immobiliare Elle di Lanari Pietro & C.
Sas, l’Immobiliare Zeus srl, la Città Ideale srl, la Fortezza srl), al Gruppo Casale (che comprende fra l’altro le società Cfn spa, srl Iside 1 e Iside 3, CFNtrading srl, Operae spa, Torre Arsa srl, Coppelle srl, Capo Caccia Resort str, Fire spa, Pmf Ltd, Iside 4, Via Stalingrado srl, Cfn centralinista sr, Porto  San Rocco srl) e ”ulteriori altri sui quali sono in corso gli accertamenti (tra cui il Gruppo De Gennaro, il Gruppo
Ciccolella, il Gruppo Celius, il Gruppo Foresi e plurimi  altri)”. Il Gruppo Lanari avrebbe ottenuto erogazioni per circa 200 milioni di euro, il Gruppo Casale per 22 milioni. Una girandola di affidamenti che, secondo la  procura, fra il 2007 e il 2012  vrebbe cagionato a Banca Marche ”un danno patrimoniale di  rilevante gravità per il debito maturato dai gruppi societari affidati”. (ANSA).

1 COMMENT

  1. tohhh, mi sembrava che tra gli indagati ci fossero anche imprenditori fanesi………….
    strano perche’ gli altri imprenditori di fuori provincia invece ci sono tutti.
    Guarda tu che strano…………..

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