Baldelli: “La Regione inizia lo smantellamento definitivo della sanità dell’entroterra”

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PERGOLA – Baldelli, capogruppo di maggioranza a Pergola e candidato di Fratelli d’Italia alle regionali con 4.850 preferenze, denuncia i gravi depotenziamenti che la sanità provinciale sta subendo in questi giorni: “Ve li ricordate i candidati del PD e Ceriscioli in campagna elettorale a promettere di potenziare gli ospedali dell’entroterra? Solamente gli sprovveduti potevano credere alle loro fandonie. È infatti trascorso solo un mese dalle elezioni e già la mannaia della regione a guida PD si sta abbattendo sui nostri nosocomi, falcidiando i pochi servizi rimasti. Nella struttura di Pergola, sulla carta definito ospedale per acuti, è stato cancellato, ad esempio, il servizio di radiologia dal lunedì al venerdì pomeriggio. Una struttura che non dispone più della radiologia non può curare i pazienti acuti, dunque non è più un ospedale”. Baldelli prosegue: “Ma la scure della regione non distrugge solo l’ospedale della Valcesano ma anche le case della salute di Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro. Il pomeriggio del 30 giugno, le strutture ospedaliere dell’entroterra hanno ricevuto un fax con cui sono state avvisate, con pochissime ore di preavviso, che, dal primo luglio, i medici soccorritori del Potes dovevano occuparsi, dalle ore 8 alle 20, non solo delle emergenze del 118 ma anche dei punti di primo intervento, per svolgere attività di accettazione e assistenza dei malati. Praticamente, la fine di quel che rimane dell’ospedale di Pergola e delle case della salute di Cagli, Fossombrone, Sassocorvaro.”. Denuncia con forza l’esponente di Fratelli d’Italia: “Allucinante! Nel momento in cui i medici del 118 saranno chiamati ad uscire con l’ambulanza cosa accadrà nei nostri ospedali? Ebbene, la regione ha sciaguratamente previsto che a scendere nel punto di primo intervento, rimasto sguarnito, saranno i medici dai reparti ospedalieri, che a loro volta lasceranno soli i pazienti nelle corsie. La regione ha inoltre deciso che l’ambulanza del 118 dovrà occuparsi persino dei trasferimenti dei pazienti con i codici d’emergenza più gravi. Tutto ciò con il pericolo concreto, in caso di sovrapposizione delle emergenze territoriali con le urgenze ospedaliere, di ritardare la partenza delle ambulanze e di lasciare senza assistenza medica sia il punto di primo intervento che i reparti. Ancora più allucinante è poi la notizia che, per tali operazioni, non esiste ancora un protocollo pur essendo esso stato anticipato dai dirigenti della sanità regionale”. Conclude Baldelli: “Dove sono finiti i venditori di fumo, Traversini, Talè e compagni che, solo un mese fa, insieme ai loro galoppini locali hanno fatto il giro degli ospedali promettendone il potenziamento? Spariti dopo aver rubato i voti dell’entroterra!”.

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