PESARO – Il Pubblico Ministero della Procura di Pesaro, Giovanni Fabrizio Narbone, al termine delle indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio per il giovane camionista leccese accusato di aver provocato il terribile incidente sull’Autostrada A14, nel territorio comunale di Gradara, costato la vita, il 7 febbraio scorso, a Federico Tonin ed Elisabetta Barbieri nonché il ferimento di altre due persone: una tragedia grande che ha destato profonda commozione soprattutto tra le associazioni animaliste. Le due vittime si dedicavano anima e corpo agli animali, erano “staffettisti” per le adozioni di cani e gatti e stavano effettuando proprio uno di questi viaggi per accompagnare diversi esemplari dai loro nuovi padroni. Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale pesarese, Giacomo Gasparini, ha quindi fissato per il 18 gennaio 2022, alle ore 11, l’udienza preliminare di un processo da cui i familiari di Tonin e Barbieri, questi ultimi assistiti da Studio3A, si aspettano giustizia.
Come è emerso dall’inchiesta, basatasi sui rapporti degli agenti della polizia stradale di Pesaro che hanno effettuato i rilievi, S. M. T., 24 anni, di Recale (Lecce), a cui si contesta il reato di omicidio stradale con l’aggravante di aver causato il decesso di più persone che comporta il triplo della pena base, alle 4.55 (quindi in orario ancora notturno) stava percorrendo l’A14 alla guida di un autoarticolato Scania con semirimorchio con direzione sud/nord quando, giunto alla progressiva chilometrica 148+430, ha scatenato l’inferno. “Per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza di norme della circolazione stradale – per citare l’atto del magistrato -, ed in particolare dell’art. 141 comma 2 del Codice della Strada, avendo omesso di conservare il controllo del veicolo condotto e di essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza”, il camionista, che si giustificherà sostenendo di aver accusato un colpo di sonno, sbanda a destra, ha invaso la piazzola di sosta andandosi a schiantare contro la parte posteriore sinistra del semirimorchio di un altro articolato in sosta il cui conducente, per fortuna, almeno lui, non ha riportato particolari ferite. Come impazzito, il mezzo pesante condotto dall’imputato, a seguito dell’urto, ha deviato verso sinistra ed ha impattato contro il muro di cemento che delimita le due carreggiate autostradali ponendosi in posizione obliqua rispetto all’asse stradale e ostruendo in pratica la viabilità su tutte le corsie di marcia.
La prima grave conseguenza è che il passeggero dell’autoarticolato, un quarantaduenne di origini albanesi residente a Copertino (Lecce), trasportato in qualità di secondo autista professionale, è stato sbalzato all’esterno dell’abitacolo: si è salvato per miracolo ma ha riportato gravi fratture multiple in tutto il corpo per una prognosi di oltre 60 giorni. Non sono stato così fortunati, invece, i volontari milanesi dell’Organizzazione no profit di tutela ambientale “4Zampe nel Cuore” occupanti un autocarro Fiat Ducato dell’associazione che è sopraggiunto pochi istanti dopo nella stessa direzione. Federico Tonin, 46 anni, di Arconate (Mi), che era alla guida, e i due passeggeri, Elisabetta Barbieri, 62 anni, di Rho (Mi), e Alessandro Porta, 48 anni, di Busto Garofalo (Mi), sono partiti a mezzanotte da San Severo, nel Foggiano, in direzione Milano, per trasportare cani e gatti in adozione al nord, per dare loro un futuro migliore presso le loro nuove famiglie. Tonin non è riuscito ad accorgersi, se non quando ormai era troppo tardi, di quell’ostacolo che occupava di traverso praticamente due corsie e mezzo su tre: come accertano gli agenti della Polstrada, infatti, a causa dell’interruzione dell’alimentazione elettrica determinata dal precedente incidente, l’autoarticolato, privo di luci, non era visibile a quell’ora, le cinque, di una giornata d’inverno in cui era ancora buio pesto, né d’altra parte, essendo appena accaduto, vi poteva essere alcuna segnalazione del sinistro. Il disperato tentativo di frenata a pochi metri dal tir era inutile, lo scontro tremendo: Federico Tonin e Betty, com’era chiamata da tutti Elisabetta Barbieri, sono morti praticamente sul colpo per i gravissimi politraumi riportati. Era uscito ferito ma vivo da quel groviglio di lamiere, miracolato, solo Alessandro Porta. Nel terribile impatto era morto anche un pastore tedesco che i volontari stavano trasportando, mentre gli altri animali, che si erano salvati, erano stati condotti a destinazione da un camionista spagnolo di passaggio che si era offerto generosamente di portare a termine il loro viaggio.
La Procura di Pesaro aveva subito aperto un procedimento penale per omicidio stradale iscrivendo nel registro degli indagati S. M. T. e ora ne ha chiesto il processo. Per essere assistiti, i familiari dell’incolpevole Elisabetta Barbieri, e anche Alessandro Porta, attraverso l’Area Manager e consulente legale Sabino De Benedictis si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e ora si aspettano una risposta dalla giustizia penale.