Meglio del previsto e qualità che raggiunge punte di eccellenza. Sono le prime stime degli agricoltori marchigiani alle prese, dall’inizio della settimana, con la trebbiatura. I conti si faranno alla fine ma già fin da ora è possibile stimare una qualità per il grano duro che oscilla tra il buono e l’ottimo. Merito delle piogge. L’inverno siccitoso e troppo mite aveva fatto preoccupare per un anticipo di almeno 15 giorni sulla maturazione delle spighe. Poi sono arrivate le precipitazioni abbondanti e, salvo le zone dove la grandine si è abbattuta con violenza portando distruzione (anche il 100% in qualche caso), le coltivazione ne hanno beneficiato. “La filiera del cereale è protagonista nel nostro territorio per storicità e per capacità tenica e imprenditoriale dei nostri agricoltori – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Negli anni si è saputo investire per aggiungere alla coltura ulteriore valore tramite processi di trasformazione e commercializzazione”. La previsione parla di un raccolto superiore per quantità rispetto a quella dello scorso anno. Nel 2019 la produzione aveva superato i 4,3 milioni di quintali (- 5% rispetto all’anno precedente) con le province di Ancona e Macerata a rappresentare, secondo un’analisi di Coldiretti Marche su dati Istat, circa il 79% del totale regionale. Cifre che confermano le Marche sul podio nazionale delle regioni cerealicole, terza per quantità di produzione dietro a Puglia e Sicilia. Ottime notizie anche dai campi di orzo per qualità e rese davvero buone, superiori a quelle già notevoli dello scorso anno. Anche in questo settore la nostra regione si conferma particolarmente vocata con quasi 17mila ettari di coltivazioni e circa 769mila quintali di produzione (Istat 2019) con Macerata leader indiscussa (405 quintali) davanti a Fermo (115mila quintali).