PESARO – “Affrontare subito il problema della sicurezza e della tutela dello status degli operatori di Polizia Penitenziaria; porre fine alle aggressioni, verbali e fisiche, nei confronti di questi uomini e donne chiamate a mantenere legalità e ordine nei luoghi di detenzione”. Lo dichiara Francesco Baldelli, vicepresidente nazionale Anci.
“In una sola settimana, altri due agenti del carcere di Villa Fastiggi sono stati aggrediti da un detenuto in un clima lavorativo – come ci viene ricordato – carico di tensioni e malumore, aggravato dallo stato fatiscente e dalla scarsa igiene, ad iniziare dalla caserma che ospita gli agenti, che da anni contraddistinguono il carcere.
Una situazione che dunque non può più essere tollerata e che, se tollerata ulteriormente, dimostrerebbe solo l’indulgenza del governo verso simile condotte delittuose. Una indulgenza davvero inopportuna dopo lo scandalo delle recenti scarcerazioni di centinaia tra mafiosi e criminali.
Ad ogni modo, senza alcun concreto intervento di tutela da parte di politica e istituzioni, sempre attente alla salvaguardia dei più “stravaganti” diritti ma distratte nei confronti dei diritti dei nostri uomini e donne in divisa che garantiscono libertà e sicurezza, si continueranno a consentire gesti ignobili, perpetrati ai danni degli agenti di Polizia Penitenziaria che – non può essere dimenticato – sono servitori dello Stato.
Il dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Governo non perdano più tempo e intervengano, ascoltando i legittimi appelli lanciati da agenti, sindacati e dirigenti di Polizia Penitenziaria”.
“Non sono più rinviabili interventi – continua Baldelli che è anche responsabile nazionale autonomie locali di FdI – per migliorare le condizioni di lavoro di questi uomini e donne in divisa, a partire dalle condizioni igieniche e strutturali dei luoghi in cui prestano servizio.
Né sono ulteriormente procrastinabili interventi per garantire la loro sicurezza, potenziando gli organici ridotti ai minimi termini e dotando gli agenti di mezzi di dissuasione come il taser.
Necessaria, infine, la istituzione di un Comando Generale del Corpo, alle dirette dipendenze del Ministero della Giustizia, per una reale equiparazione della Polizia penitenziaria alle altre Forze dell’Ordine”.