FANO – “Nella memoria troviamo la strada per accogliere il futuro grazie al ricordo”. L’assessora al Decoro Urbano Barbara Brunori annuncia così l’inaugurazione del Parco della Memoria in programma sabato 27 Novembre alle 9 al Parco Urbano di Via della Colonna. Un segno di sensibilità che l’amministrazione ha voluto offrire alla città, per rinsaldare i valori che identificano il tessuto sociale. Saranno 185 le piante autoctone messe a dimora (come prassino, leccio, roverella, biancospino, melograno) come carezza in memoria delle vittime del covid della nostra città.
“Questo momento – afferma Seri – celebra la nostra comunità. Ma è, appunto, un momento di comunità che valorizza lo stare insieme ed il ricordo. Personalmente lo vivo con intensità, visto che tra questi alberi c’è anche quello di mio padre. Una vera famiglia nelle occasioni più dolorose si stringe e fa quadrato. In quel periodo drammatico, soprattutto in quello iniziale, c’è stata una grande unione di intenti tra tutti gli attori della collettività. Nella testimonianza emerge proprio l’esperienza di vita. Questa inaugurazione del Bosco della Memoria è un modo per legarsi alla persona poiché ci sarà tanta attenzione nella cura di questa piante”.
“Piantare un albero – commenta l’assessora Barbara Brunori – è un gesto di legame profondo con la vita. E’ una rinascita che non dimentica il passato e ci permette di guardare al futuro con speranza e determinazione. E’, anche, l’occasione per affiancare al tema del ricordo, il valore della cura. Questo bosco è un luogo per onorare le vittime del covid e per ricordare tutte quelle persone che hanno sostenuto e continuano a sostenere la nostra comunità durante questo difficile periodo. Per rendere distintivo questo bosco abbiamo piantato specie di arbusti autoctoni affinché l’identità territoriale venga ancora di più esaltata”.
“Manifesto la mia personale gratitudine per essere qui con voi – sostiene Don Marco Presciutti, vicario della Diocesi- . E’ importante fare memoria, alimentare la memoria, guardare al futuro usufruendo di tutti i contributi possibili. La memoria di quell’evento tragico del covid, ha risvegliato la nostra coscienza e ha unito tante persone, perché nella carità c’è amore. C’è gente che ha rischiato la propria vita per salvare le vite, restituendo la voglia di futuro”.