MARCHE – “Le ciclovie sono il futuro della mobilità sostenibile e dello sviluppo turistico del territorio. Il progetto della ciclovia del Metauro, che aveva ottenuto l’autorizzazione di RFI, e che ora la nuova Giunta della Regione Marche vuole abbandonare, era stato elaborato affinché il percorso non interferisse con l’eventuale ma molto improbabile e, soprattutto non finanziata, riattivazione della ferrovia Fano-Urbino in chiave turistica.
La ciclovia del Metauro sarebbe un’infrastruttura leggera, sicura e lineare e dovrebbe essere una trasversale dell’importante ciclovia Adriatica per la cui realizzazione la Regione Marche è capofila. Questa una volta completata, sarà lunga 1.300 km e nelle Marche ogni vallata, avrà la sua trasversale con un impianto “a pettine” che consentirà il collegamento delle aree interne.
Lungo il Metauro il tracciato era stato individuato e progettato a 1,5 metri dai binari lungo la dismessa ferrovia Fano-Urbino, chiusa ed abbandonata 34 anni fa. Opera già finanziata con 4,5 milioni di euro e che l’attuale governo regionale rischia di perdere.
Modificare il progetto facendolo passare per le Cesane dove le pendenze non sono alla portata di tutti e utilizzare tratti urbani a fianco di strade trafficate come a Fano, realizzando un “ignobile spezzatino”, significa compromettere completamente la filosofia del progetto.
Perché abbandonare un’opera che avrebbe messo in sicurezza tanti ciclisti che oggi sono costretti a viaggiare lungo la pericolosa Flaminia?
La linearità del percorso lungo l’ex ferrovia avrebbe permesso di collegare molti quartieri di Fano ed i comuni della vallata.
Non sono contrario al trasporto ferroviario, ma credo sia doveroso rimanere con i piedi per terra ed attuare progetti concreti e realizzabili. Chi vuole riaprire la ferrovia ha mai fatto un sopralluogo lungo il tracciato? Ha visto che ci sono case realizzate a ridosso dei binari e che si dovrebbero ripristinare passaggi a livello, molti dei quali sono stati asfaltati, lungo strade ad alta intensità di traffico?
Turismo e mobilità sostenibile sono il nostro futuro. Non perdiamo l’occasione che abbiamo a portata di mano”.
Renato Claudio Minardi