FANO – Le operazioni di polizia marittima contro la pesca illegale sono in corso su tutto il territorio marchigiano coordinate dalla Direzione Marittima delle Marche attraverso i comandi territoriali e sono volte al controllo della filiera ittica e al contrasto della pesca marittima irregolare.
L’attività si è svolta a Fano nella serata di ieri sabato 28 novembre e ha portato al sequestro di diversi esemplari di tonno rosso per un totale di una tonnellata di peso, in violazione della vigente normativa comunitaria e nazionale nonché delle Ordinanze della Capitaneria di Porto di Pesaro che disciplinano le modalità di sbarco.
L’attività investigativa dei Militari della Guardia Costiera ha permesso, tramite appostamenti e verifiche documentali protratte nelle settimane precedenti, di ricostruire le illecite modalità di sbarco del pescato poste in essere da un peschereccio locale. In sostanza, i tonni venivano occultati in una seconda stiva ubicata all’interno dell’unità da pesca e successivamente sbarcati abusivamente.
Al comandante del motopesca fanese è stata comminata una sanzione amministrativa
pecuniaria, prevista dalla legge, di circa 3.000 euro nonché sono state applicate le previste sanzione accessorie.
Il prodotto ittico è stato, invece, oggetto di sequestro amministrativo e, a seguito di parere
favorevole rilasciato a margine della visita ispettiva svolta dal Servizio Veterinario Igiene ed Alimenti di origine animale dell’ASUR, sarà opportunamente distrutto poiché rischioso per la salute umana, in quanto privo di tracciabilità e non in grado quindi di garantire la sicurezza per il consumatore finale.
Si rammenta, a tutto il ceto peschereccio, che la normativa sulla pesca del tonno rosso ha stabilito l’obbligo di registrare e comunicare tutti i quantitativi catturati e di compilare il Modulo di dichiarazione delle catture, sbarco e trasbordo, che deve essere prontamente consegnato all’Autorità Marittima locale.
Gli accertamenti continueranno e saranno mirati a verificare se tale illecito sia riconducibile ad un episodio isolato o se di contro possa trattarsi di un “sistema” realizzato per aumentare i profitti ed eludere i controlli necessari a garantire la tracciabilità e la salubrità del prodotto.
L’impegno della Guardia Costiera mirato ad effettuare controlli sull’intera filiera della pesca,
sia in mare, che nei punti di sbarco, che nei mercati ittici e nei ristoranti, è rivolto a garantire al consumatore finale la tracciabilità del complesso percorso del pescato, che dal mare giunge fino alle nostre tavole, in modo tale da assicurarne la piena idoneità e scongiurare il verificarsi di qualsiasi criticità che possa essere collegata al consumo di un prodotto commercializzato senza il rispetto dei prescritti requisiti in materia di conservazione delle risorse ittiche dettati dall’applicabile normativa europea e nazionale.