L’appello di Confartigianato: “Comparto benessere in ginocchio, ristori subito”

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Una categoria in fortissima sofferenza, quella dei servizi alla persona, che rischia il profondo rosso: è la denuncia di Confartigianato, che ricorda le grandi difficoltà del comparto, escluso dal beneficio dei ristori perché legittimato a lavorare, ma con una clientela drasticamente ridotta, vista l’impossibilità di spostarsi tra Comuni. In questo modo, le sofferenze economiche delle attività stanno diventando sempre più acute.

“Non è accettabile che le aziende del comparto beauty, vera e propria colonna portante
dell’economia territoriale e non solo – ha dichiarato Sonia Brunella, Presidente Categoria
Benessere Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino – siano state totalmente estromesse da sussidi e agevolazioni sia a livello regionale, sia nazionale. Oggi, a causa della limitazione agli spostamenti tra Comuni, si stima una perdita di fatturato del 65% per le nostre imprese sul territorio”.

A essere colpite, cinquemila partite iva fra estetiste a acconciatori della nostra regione, che
coinvolgono oltre 15.000 operatori e addetti ai lavori. A tutto questo si aggiunge il fatto che la categoria, continuando comunque a lavorare anche se con il 30% dei clienti, ha regolarmente assolto con immane sforzo ai pagamenti del 16 di Novembre, ma si trova comunque estromessa da qualsiasi forma di ristoro o contributo sia a livello regionale, sia nazionale.

“Tutto il comparto si è comportato con grande senso di responsabilità – ha proseguito Brunella – ma questo silenzio rispetto alla categoria non può essere più tollerato. Come associazione, Confartigianato ha fatto di tutto per cercare di tamponare la situazione, diventata ormai insostenibile, per questo si stanno valutando azioni a tutela della categoria.

Non è giusto far pagare ancora una volta le imprese già in grande sofferenza, dopo i sacrifici fatti per l’adeguamento ai protocolli Covid, ed è necessario agire ora”. L’associazione chiede quindi con quanta più energia possibile alle istituzioni di spingere il governo non solo ad inserire nel quarto decreto ristori la categoria dei servizi alla persona, ma anche di individuare delle forme di contributo a fondo perduto a livello regionale che possano garantire la sopravvivenza di queste imprese. Necessario anche consentire nuovamente gli spostamenti tra Comuni per i trattamenti di cura della persona.

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