FANO – “Il PD fanese, quello che con la consueta lungimiranza ha fatto campagna elettorale per le regionali solamente contro il Movimento 5 Stelle, mentre ad altri livelli il partito cercava un’alleanza a tutti i costi, continua a offrire nuove evidenze dei motivi che hanno relegato il centrosinistra all’opposizione nelle Marche dopo decenni di governo.
Insieme a una preoccupante incapacità di fare anche un cenno di autocritica rispetto alle politiche sbagliate degli ultimi anni, i dem fanesi si distinguono per cadere in continue contraddizioni, soprattutto quando hanno l’ardire di inoltrarsi nelle questioni sanitarie.
Ci accusano di avanzare un modello anacronistico di sanità, basato sui piccoli ospedali, quando in realtà la proposta che portiamo avanti da anni somiglia molto all’organizzazione adottata in Emilia-Romagna, da sempre regione “rossa”, ammirata come esempio da tutti tranne che dal PD fanese. Stendiamo un velo pietoso sui piccoli ospedali che evidentemente danno fastidio solo quando sono pubblici, mentre quando vengono affidati ai privati vanno benissimo (vedi Cagli e Sassocorvaro).
Nel dadaismo politico marchigiano, dove la destra sembra voler fare cose di sinistra, e la sinistra ha fatto e continua a voler fare cose di destra, l’impoverimento vero si avrebbe indebitandosi per trent’anni con il project financing e concentrando tutte le risorse statali su una mega-struttura che desertificherebbe i servizi pubblici sul territorio, anziché utilizzarle per la loro destinazione prevista dalla legge, cioè l’ammodernamento e adeguamento degli ospedali esistenti.
Il PD fanese stigmatizza l’anzianità degli attuali ospedali di Fano e Pesaro, ma poi dichiara di volerli mantenere attivi. Critica la frammentazione dei servizi, ma il suo ritornello è stato “passeremo da uno a tre ospedali” per poter includere la clinica privata di Chiaruccia, che dovrebbe servire a combattere la mobilità passiva così come (guarda caso!) l’ospedale unico. Parla di struttura di eccellenza, ma poi negli atti ufficiali si scopre che c’è scritto tutt’altro e si fa dipendere il livello delle prestazioni dal numero di ospedali piuttosto che dalla presenza di determinati reparti.
Gli esponenti del PD in fondo sono consapevoli di tutte queste incongruenze. Loro per primi hanno silurato la ricandidatura di Ceriscioli e facevano a gara, quando si tenevano i dibattiti nell’entroterra, a battersi il petto e a tentare disperatamente, con esiti infelici, di smarcarsi dalle scelte scellerate fatte dal proprio partito sulla sanità. Proprio per questo ci sentiamo di dare un consiglio spassionato anche se non richiesto, quello di tenere un profilo più basso. Vista la complicità del sindaco Seri nel perpetuare una narrazione che fa solo male al futuro del Santa Croce, proprio ora che sembrano aprirsi margini per il suo potenziamento, il rischio concreto è che si lascino sfuggire anche le redini di Fano alle prossime comunali”.
Tommaso Mazzanti
Francesco Panaroni
Matteo Giuliani