Paolini: “Autorità troppo generose. E se tutti facessero come Carriera?”

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FANO – “A mio avviso le Autorità sono state troppo generose col sig. Carriera. Un locale pubblico, che di fatto è aperto, resta pubblico e, quindi, soggetto alle normali ispezioni senza preavviso di natura amministrativa, fiscale, sanitaria  e di polizia.  Qui non è un problema di DPCM. ì Qui  si vorrebbe far credere che basti dichiarare “privato” un evento che si svolge – di fatto – in un locale “pubblico”, per essere esentati da qualsiasi possibilità di controllo da parte dello Stato su cosa accada dentro !.

Se passasse il “principio di diritto” invocato in questo caso, da domani, tutti i ristoratori, (ma anche gestori di night, club privè, circoli, mense, enoteche, pizzerie, bar..) che dichiarino formalmente “chiuso” il loro locale ma, di fatto, facciano entrare le persone – magari previo invito inviato 1 minuto prima su una chat – potrebbero impedire a Carabinieri, Polizia, GdF, Asl, Vigili del Fuoco, Polizia Municipale di entrare per fare i controlli di rispettiva competenza!  Dato che l’amicizia è sacra, non ci sarebbe limite massimo agli inviti:  2, 10, 50… chi più “amici” ha più ne potrà invitare!

Avremmo di botto decine di migliaia di “zone franche” per una notte! Immagino quel che succederebbe, in aree ad alto controllo mafioso, se prendesse campo la “teoria” qui invocata.

Data, poi la impossibilità di fare controlli, vai te a capire se i predetti “amici”, a fine serata, pagano o no il conto e se su quel conto  l’anfitrione ci pagherà le tasse. O se cede alcolici a minori, tollera la prostituzione, vende cibo scaduto, o servito da personale in nero o senza le abilitazioni sanitarie per manipolare il cibo ! Secondo la teoria del sig. Carriera né l’ufficio del lavoro, né l’INPS, l’ASL, ma direi  perfino i NAS o la GDF potranno fare alcuna verifica “in corso d’opera”!

In conclusione: ammesso e non concesso che i DPCM non abbiano valore cogente, (ed è tecnicamente una fesseria) non è che, solo per questo, non varrebbero più tutte le altre norme che presiedono ai controlli sui locali pubblici.

Le varie autorità preposte conservano, evidentemente, il diritto ed il dovere di esercitare tutte le verifiche di loro competenza,  anche usando la forza.

La Costituzione tutela la inviolabilità del domicilio, non dei ristoranti, che, proprio perché soggetti ad autorizzazioni pubbliche di varia natura, possono e debbono essere sempre verificabili dalle autorità.

Se uno vuol fare una cena privata invita gli amici a casa sua e, solo in quel caso, per procedersi ad accesso forzato, occorrerà una autorizzazione della magistratura oppure la sussistenza di precise condizioni in materia di tutela della persona, sicurezza, armi, droga o fiscali che legittimino una irruzione immediata – da convalidare comunque ex post dalla A.G.-   in una privata dimora.

Del  tutto irrilevante, da ultimo, la presenza di  un parlamentare, dato che la  inviolabilità del suo domicilio e dei suoi uffici, senza autorizzazione della Camera di appartenenza,  è limitata a quelli, e non a tutti i luoghi in cui il parlamentare occasionalmente si trovi”.

On.Luca Rodolfo Paolini  – commissione Giustizia e Antimafia della Camera.

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