FANO – Quando si parla di salute e del tanto dibattuto ospedale unico le prime cose che vengono in mente sono il gossip pre-elettorale e i continui rinvii a cui stiamo assistendo da ormai troppo tempo. La cosa peggiore che si può fare in politica infatti è non prendere posizione, non assumersi la responsabilità di decidere e di governare. Attualmente è sotto gli occhi di tutti che l’amministrazione fanese non ha una posizione. E questo la nostra città e la nostra salute non possono permetterselo. Fano deve avere una posizione politica sul tavolo.
Lo stesso Sindaco di Fano, Massimo Seri, che nell’ultima campagna elettorale ha fatto dell’ospedale il suo cavallo di battaglia, nell’ultimo Consiglio Comunale non è stato in grado di mettere concretamente sul tavolo una soluzione. Ha detto solo no alla zona di Muraglia, rimarcando per l’ennesima volta la sua debolezza di fronte ad un argomento così importante per la nostra città. Dire no è facile, ma un sindaco ha il dovere di dare un’alternativa a quel no. Dove ubicare il nuovo ospedale? Alla domanda tutto tace. La politica deve riacquistare la capacità di fare progettazione. Non decidere è comunque una decisione e il rinvio è un danno enorme. Il gruppo Progetto Fano sottolinea la volontà di cercare una soluzione vera e condivisa anche dai comuni dell’entroterra. Non possiamo ridurre il tutto ad uno scontro tra correnti del Pd di Fano e di Pesaro. Si tratta della nostra salute.
Chiaruccia in modo particolare o la Piana dell’Arzilla possono infatti rappresentare soluzioni importanti e strategiche, una sorta di baricentro per la costruzione dell’ospedale, soprattutto perché riescono ad essere localizzate in vie di comunicazione importanti come la E 78. Tecnicamente costituiscono il posto migliore per costruire e, cosa non da poco, i terreni sono comunali. Non vi è quindi necessità di ricorrere ad espropri.
Progetto Fano sostiene inoltre che le Fondazioni Bancarie dovrebbero assumersi delle responsabilità in merito. E’ infatti vero che non possono investire direttamente per impossibilità prevista dal loro statuto, ma possono contribuire attraverso l’acquisto di obbligazioni da public company, ossia da società di scopo che predispongono bandi per l’appalto riservati a soggetti pubblici. Non bisogna confondere l’intervento delle Fondazioni come sostegno alla spesa corrente, ma devono essere considerate un volano all’investimento. Viene naturale chiedersi come mai negli ultimi anni le Fondazioni abbiano preferito comprare nuove azioni che valgono carta straccia piuttosto che investire sulla sanità.
Se Marche Nord, che aveva il compito di costruire il nuovo ospedale, ha fallito, come ormai è chiaro a tutti, una città di 65.000 abitanti e un’intera vallata non possono rimanere nel limbo, devono avere una posizione determinata e per questo il nostro gruppo si è prefissato l’obiettivo di agire unito e coeso per preservare il Santa Croce e riportarvi tutte quelle professionalità mediche che lo hanno contraddistinto negli anni, evitando che diventi un poliambulatorio.
Sulla salute non si gioca e non si scherza. Chiediamo quindi a tutte le parti interessate di assumersi le proprie responsabilità in merito e di agire piuttosto che discutere del nulla e rinviare dopo cinque anni di attesa.
Lucia Salucci
Portavoce Progetto Fano