PESARO – “Ho letto con piacere le ultime dichiarazioni del Prefetto: ha ammesso che qualche disguido si è verificato.
Soltanto il giorno prima aveva affermato che il SIULP diceva il falso e che le visite mediche sui profughi
sono sempre state eseguite prima delle procedure d’identificazione.
Non abbiamo voluto creare nessun allarme sociale ma denunciare semplicemente una situazione che
sostanzialmente metteva inutilmente a rischio gli operatori di Polizia e i cittadini che entrano in Questura.
Da marzo, mese in cui hanno iniziato ad arrivare i profughi, sino alla fine di agosto non si è mai verificato
alcun problema: prima di essere portati in Questura i profughi erano rifocillati, forniti di vestiario, visitati dai medici
e condotti da noi per le procedure d’identificazione.
Dal mese di settembre la Prefettura ha modificato le direttive: i profughi tutte le volte, e non solo martedì
scorso o in “casi particolari” come afferma il Prefetto, sono stati portati in Questura, ammassati in Uffici anche
aperti al pubblico o nel cortile interno, senza alcun controllo sanitario. Infatti, come ha ammesso il responsabile, i
trentanove profughi di martedì scorso sono stati visitati a Casa Freedom soltanto dopo essere stati in Questura.
Per fortuna che non ci sono stati ancora casi di contagio. Poiché l’emergenza profughi è ben lontana dal
terminare noi vogliamo soltanto prevenire, per quanto possibile, qualsiasi situazione di rischio per i poliziotti e per i
cittadini.”
“E’ sufficiente che la Prefettura fissi dei protocolli sanitari e delle procedure d’identificazione che tengano
conto anche della tutela di chi lavora sul campo.
Come fanno molte Questure, basterebbe ritornare alla procedura applicata inizialmente facendo transitare
i profughi prima nelle strutture destinate alla loro accoglienza, ove possono essere visitati e soccorsi con beni di
prima necessità, e poi sottoporli alle procedure d’identificazione. Nell’ambito della stessa giornata è possibile
iniziare e terminare l’intero iter, riducendo al massimo qualsiasi rischio.
Mi dispiace dover rispondere attraverso la stampa, ma già lunedì scorso avevo segnalato il problema ai
nostri vertici, e comunque, sino ad oggi, nessun interlocutore della Prefettura ci ha mai contattato.
In futuro, nel rispetto del nostro ruolo sindacale, saremo contenti, come abbiamo sempre fatto, di
collaborare fattivamente e nelle opportune sedi, alla risoluzione di problematiche che riguardano direttamente la
nostra attività e la sicurezza dei cittadini.”
IL SEGRETARIO PROVINCIALE SIULP
PESARO – URBINO
Marco LANZI