MORROVALLE – Nel corso di un controllo finalizzato all’acquisizione di documenti fiscali presso la sede di una società di Morrovalle (MC), operante nel settore del commercio all’ingrosso di pelli gregge e semilavorate, una pattuglia della Compagnia della Guardia di Finanza di Civitanova Marche, durante la ricognizione dei locali aziendali in uso alla suddetta attività, ha rinvenuto, stipati nell’angolo di una stanza utilizzata quale deposito provvisorio, numerosi scatoloni contenti pelli di vario colore e tipo.
Stranamente, diversamente dal resto dei magazzini ispezionati in uso all’attività commerciale, in un’area pari ad oltre 1000 metri quadrati, dove la merce giacente era liberamente esposta, le pelli in questione erano le uniche ad essere racchiuse all’interno di scatoloni e pertanto non immediatamente visibili. Ciò ha insospettito i finanzieri, i quali hanno deciso di approfondire il controllo ed hanno così potuto constatare come all’interno delle scatole fossero occultate pelli di animali appartenenti a specie protette dalla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), denominata in sigla CITES.
Stante l’assenza di qualsivoglia documentazione comprovante la lecita detenzione delle suddette pelli pregiate, previa attivazione dei Nuclei CITES dei Carabinieri di Fermo ed Ancona, Forza di Polizia deputata ai controlli sul commercio di specie protette e al contrasto del traffico di specie tutelate fuori dagli spazi doganali, sono stati così sottoposti a sequestro probatorio 262 chilogrammi di pelli di varie specie animali protette: pitone, pitone reticolato, arapaima gigas (una delle più grandi specie di pesce d’acqua dolce al mondo), varano ed infine tartaruga marina (di quest’ultima specie, particolarmente tutelata, sono stati rinvenuti oltre 32 chilogrammi di pellame).
Il titolare dell’attività commerciale è stato denunciato per i reati previsti dagli articoli 1 e 2 della Legge 150/1992. Oltre all’arresto da sei mesi a due anni, rischia l’ammenda fino a 200.000 euro e la sospensione della licenza da un minimo di sei mesi ad un massimo di due anni in caso di condanna.
La vendita delle suddette pelli pregiate, non lecitamente detenute – il cui commercio costituisce un vero e proprio business, secondo solo a quello di sostanze stupefacenti ed armi – gli avrebbe garantito ricavi stimati per oltre un milione di euro.
Lo stesso è stato altresì destinatario di una sanzione amministrativa (da 6.000 a 30.000 euro), in quanto sprovvisto del prescritto registro di detenzione degli esemplari di specie animali e vegetali tutelate.
L’attività esperita s’inquadra tra i compiti demandati alla Guardia di Finanza e all’Arma dei Carabinieri, rispettivamente, a tutela dell’economia legale ed al contrasto del traffico illecito di specie animali tutelate.