FANO – “Cosa può pensare un viaggiatore che in treno scenda o solo transiti per la stazione di Fano?
“Ecco sono arrivato sul set di uno spaghetti western, si il film di Sergio Leone C’era una volta il West”; dovremmo suggerire al capo stazione di diffondere con l’altoparlante le musiche di Ennio Moricone per completare lo scenario!
Chissà forse è stata un’idea di Ceriscioli e Biancani i quali, percorrendo quotidianamente la tratta adriatica per raggiungere le rispettive poltrone in Ancona l’hanno voluta così con l’intento di aiutare Fano, incrementando il turismo cinematografico.
Scherzi a parte, lo scenario che appare agli occhi di chi in treno scenda a Fano o vi transiti su un Freccia Rossa (i quali notoriamente non fermano più nella nostra Città) è a dir poco sconcertante; degrado ovunque, erbacce che spuntano in ogni dove, barriere architettoniche da ogni lato, e uno squallore che aleggia sul tutto.
Questa stazione dovrebbe essere uno dei biglietti da visita di Fano, una città che da un ventennio si fregia della Bandiera Blu, anche quest’anno ricevuta con grande entusiasmo dal Sindaco Seri che per l’occasione, con orgoglio, ha detto: “questo vessillo … non viene regalato ma va conquistato ogni anno” … dimenticandosi però di dire che la “conquista” non riguarda anche Lido ed Arzilla che ne restano escluse.
Ci chiediamo in quale stato versino tutte quelle città che non sono riuscite a “conquistarlo”!?
Che dire poi dell’altro politico fanese (che, immaginiamo, passi anche lui per la stazione quando va a raggiungere la sua poltrona da Vicepresidente nel consiglio regionale), il quale lo scorso gennaio ha presentato una pretestuosa mozione affinché trovi attuazione AL PIÙ PRESTO, nella stazione di Fano, il progetto di RFI denominato Easy Station (l’uso dell’inglese in questi casi è sempre di grande effetto), peraltro già da tempo in corso di attuazione.
Beh se a sei mesi di distanza la situazione è quella che vediamo, la mozione in parola è stata solo un piccolo espediente per conquistare un titolo sul giornale e niente più”.
Francesco Panaroni
Tommaso Mazzanti
Marta Ruggeri