FANO – Per Barbara Marcolini Presidente di Confcommercio Fano per impostare la famosa Fase 2 è importante innanzitutto partire dalle cose semplici, quelle che si possono fare subito e non costano nulla. “Abbiamo già chiesto come Confcommercio, ma lo ribadiamo ora con forza, la possibilità per i nostri ristoratori e i pubblici esercizi in genere di poter iniziare a vendere i propri piatti per asporto; la consegna a domicilio che viene ora consentita non risolve minimamente il danno che deriva dal fermo lavorativo imposto ed è forse una problematica in più per i nostri esercenti. Consentire da subito il take away – considerando che anche in seguito i locali perderanno almeno il 50 % dei loro posti a tavola – potrà sicuramente aiutare: è un provvedimento che, attuato con le dovute prescrizioni sanitarie, non costa nulla alle Amministrazioni.” Altro suggerimento per il Comune “è la possibilità – prosegue Marcolini – di consentire a tutti i negozi commerciali e pubblici esercizi l’utilizzo di maggiore suolo pubblico sia per le attività già autorizzate che per le nuove: così facendo si consentirebbe di poter assicurare maggiori garanzie alla clientela e ridurre le potenzialità che verrebbero meno. Anche in questo caso non ci sono costi da sostenere per l’Amministrazione in quanto sono entrate non previste a bilancio”. La nota dolente viene purtroppo dai numerosi costi che derivano da imposte, tasse e tributi, per la Presidente Confcommercio di Fano “risulta incomprensibile come gli operatori debbano pagare tributi come la TARI, che di per sé costituisce già un gravoso onere, in un momento in cui questo servizio non è stato minimamente utilizzato. Chiediamo quindi che tale costo per le aziende venga cancellato da chi di dovere senza alcun gioco a rimpiattino tra ATA, Comuni ed Enti Gestori.”