Si terrà domani in Tribunale ad Ancona davanti al gip Sonia Piermartini l’udienza di convalida per Massimo Renelli, 47 anni, autotrasportatore senigalliese, arrestato dalla Polizia dopo che, alla guida della sua Fiat Punto, ha investito e ucciso due donne sulla Sp360 Arceviese verso le 5, a poche curve di distanza dalla discoteca “Megà” nell’entroterra senigalliese, dove aveva trascorso la nottata della Befana così come le vittime. Il pm Ruggiero Dicuonzo ha disposto l’autopsia sui corpi di Sonia Farris, 34 anni, parrucchiera, ed Elisa Rondina, 43 anni, insegnante di scuola primaria, entrambe di Colli al Metauro: verrà eseguita il 9 gennaio dal medico legale Manuel Papi. Renelli, risultato positivo all’alcoltest (2,02 e 1,93 g/l), è prostrato dal dolore: ha detto al suo legale, avv. Marusca Rossetti, che non si sentiva “alterato” quando si è messo alla guida e di non aver visto le due donne che camminavano sul ciglio della strada piuttosto buia.
Per Renelli il pm avrebbe voluto disporre i domiciliari ma, contestualmente, per alcune ragioni di opportunità legate anche alla situazione psicofisica del 47enne, è stato deciso di tenerlo in camera di sicurezza della Questura dove rimarrà almeno fino all’udienza di convalida. Sulla dinamica dell’incidente il pm attende la relazione della Stradale: non è escluso che, al momento dell’impatto, le due vittime stessero attraversando la strada per riprendere l’auto parcheggiata sul lato opposto, e qualche centinaio di metri di distanza, rispetto alla discoteca la cui area di sosta era già gremita. I rilievi della Stradale riguarderanno anche il tratto stradale da molti ritenuto pericoloso e teatro di diversi altri incidenti. Il 47enne, padre di due bimbi piccoli e da qualche tempo separato dalla compagna, vedrà ancora il proprio legale nel pomeriggio anche per ripercorrere le ultime ore della nottata finita in tragedia. Dopo l’impatto era stato lo stesso Renelli, che non si era reso conto bene di ciò che era accaduto, a chiamare il 113, ad affiancare gli agenti nelle ricerche e nel ritrovamento dei due corpi sbalzati nel campo adiacente. Sul profilo Facebook dell’autotrasportatore fioccano insulti e condanne durissime ma c’è anche chi chiede di non “sputare sentenze” e “veleno” che “non serve a nulla”, anche per rispetto della sua famiglia, e invita a chiudere la pagina almeno temporaneamente.