“Gli scali portuali rientrano tra le priorità di questa amministrazione come questione fondamentale per la vita della comunità nei suoi risvolti sull’operatività delle infrastrutture e sulla ricadute occupazionale delle attività”: così l’assessore alle infrastrutture, porti ed aeroporti, Paola Giorgi, in merito al porto di Fano e al suo dragaggio.
“Già nel corso dell’incontro del luglio scorso con la Giunta comunale di Fano – ricorda Giorgi – abbiamo definito la metodologia degli argomenti principali avviando il processo di collaborazione ampio e progettuale, includendo tra le questioni prioritarie il porto. Mi preme evidenziare come, dal 2003 ad oggi, siano state trasferite dalla Regione al Comune di Fano risorse pari a 6.044.158,05 euro per interventi di manutenzione del porto. A questi, va aggiunto uno specifico contributo concesso nel 2013 di 220.997,37 euro per il conferimento dei fanghi già dragati e stoccati in territorio comunale alla cassa di colmata del porto di Ancona.”
Ricordo che in base alla LR 10/99 che norma le funzioni amministrative della Regione e degli EELL in diversi settori tra cui quello delle infrastrutture, sono riservate alla Regione le attività di programmazione, pianificazione della manutenzione dei porti di rilievo regionale e sono attribuite ai Comuni le funzioni amministrative concernenti la progettazione e l’esecuzione degli interventi di manutenzione dei porti di rilievo regionale.
Pertanto, le opere di escavazione e dragaggio del Porto di Fano finalizzate a riportare la quota dei fondali del canale di accesso e a quella prevista dal piano regolatore portuale, costituiscono attività di mera manutenzione e che il quadro normativo sopra descritto demanda al Comune l’obbligo escludendo questa attività dalla competenza regionale.
La Regione, ricorda l’assessore, oltre ad erogare annualmente i fondi, ha svolto la sua competenza di Ente programmatore stipulando nel 2008 un Accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente e i comuni sedi di porti per risolvere il problema della gestione dei materiali dragati. La soluzione è stata trovata programmando la realizzazione di una vasca di colmata all’interno del porto di Ancona e tutta una serie di studi propedeutici al conferimento dei fanghi per valutarne la qualità (non tutti i materiali dragati vanno infatti conferiti in vasca).
“I lavori della vasca di colmata sono ora terminati ed entro il 5 ottobre 2014 dovranno essere perfezionati i lavori di modesta entità e il collaudo potrà essere concluso entro la fine dell’anno. Le misurazioni a vasca conclusa danno delle piccole riduzioni della capienza, ma abbiamo già attivato, tramite uno specifico incontro svoltosi nei giorni scorsi, tra la Regione, l’Autorità Portuale e i Comuni sottoscrittori dell’ Accordo, una rimodulazione dei quantitativi al fine di garantire al Porto di Fano la stessa capacità di conferimento dell’ accordo iniziale (almeno 40.000 mcubi di materiale) e comunque la maggiore disponibilità possibile, obiettivo facilitato anche dal ritiro dall’ accordo del Comune di Senigallia. Il Comune di Fano, nell’ambito dell’accordo stipulato nel 2008, si era impegnata a compartecipare finanziariamente per l’importo di 1 milione e 400 mila euro, ad oggi risulta aver versato nelle casse regionali 580 mila euro (nel 2010). Il completamento della vasca di colmata nel porto di Ancona rende plausibile l’imminente superamento dell’attuale criticità rendendo possibile il trasferimento dei fanghi già stoccati in depositi temporanei: è competenza del Comune di Fano il conferimento dei materiali alla vasca di colmata, ed, in base al prezziario regionale, il conferimento dei circa 21 mila mcubi potrà avere un costo di circa 600 mila euro”.
Mi preme fare un cenno al tema delle risorse: pur avendo trasferito alle Regioni le competenze con il decreto legislativo 112/98, il Governo non è stato conseguente con le risorse. In questi giorni stiamo operando, insieme il Comune, una verifica delle risorse trasferite dalla Regione al Comune ed ancora non utilizzate. Per attivare nuove risorse, anche esterne al bilancio regionale, stiamo lavorando con i fondi europei. L’accordi di Partenariato ha escluso la possibilità delle Regioni più sviluppate, di attivare risorse per il dragaggio dei Porti nei fondi POR FESR, ma la Strategia della Macro Regione Adriatico Ionica può invece risultare fondamentale per attivare una progettualità condivisa con i Paesi partner. Altra strada che l’Assessorato alle Infrastrutture percorre, con l’Assessorato alle Politiche Comunitarie ( entrambe deleghe da me ricoperte) è l’attivazione di progettualità nei fondi diretti per attingere a risorse nuove.
“E’ rilevante quindi – conclude Giorgi – in questa fase il ruolo che dovranno avere i tutti Comuni (Enti Attuatori) sede di Porti Regionali , sia per fornire i dati in proprio possesso, sia per attuare tutte le procedure di progettazione e gara per gli interventi da realizzare, in particolare il progetto di conferimento dei materiali già stoccati in depositi temporanei e i progetti di dragaggio e conferimento degli escavi ancora da effettuare”.