‘Untore’ Hiv: chiuse indagini per autotrasportatore 35enne. Accusato di omicidio volontario aggravato e lesioni gravissime

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ANCONA – Chiuse le indagini per il presunto untore dell’Hiv Claudio Pinti. La notifica del 415 bis è del 20 ottobre, appena quattro giorni dopo l’incidente probatorio relativo alle perizie mediche disposte dal gip Carlo Cimini e che hanno evidenziato che è stato il 35enne autotrasportatore di Montecarotto (Ancona) a trasmettere l’Hiv prima alla compagna deceduta nel 2017, e poi all’ex fidanzata, che lo aveva denunciato. In base alle indagini partite dopo la denuncia, Pinti è stato arrestato il 12 giugno. Le accuse contestate sono omicidio volontario aggravato, relativo alla morte della compagna, che lui avrebbe indotto a non curarsi (parti lese sono la madre e la sorella della donna, morta per una patologia legata all’Aids) e lesioni personali gravissime nei confronti della ex fidanzata alla quale ha trasmesso il virus con rapporti sessuali non protetti, senza informarla che era sieropositivo. Pinto ha inoltre avuto vari rapporti occasionali non protetti con uomini e donne. La difesa, l’avv. Alessandra Tatò, potrebbe presentare memorie difensive o chiedere l’interrogatorio del 35enne, prima che venga fissata l’udienza preliminare (probabilmente entro dicembre) durante la quale si deciderà sul rinvio a giudizio. L’autotrasportatore attualmente è in carcere, a Rebibbia, in una apposita sezione per detenuti affetti da Hiv. La difesa aveva chiesto la scarcerazione, legata alla malattia di Pinti, ma la richiesta non è stata accolta.

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