FANO – Il risultato delle primarie del centrosinistra a Fano dimostra quanta differenza ci sia tra le dichiarazioni di “unità” che i partiti ostentano pubblicamente e la realtà. A parte la capacità di aggregazione e la stima che Seri ha in città, ieri si è consumata la classica congiura di palazzo che ha visto, come alcuni avevano profetizzato, sacrificare l’agnello Marchegiani sull’altare dei percorsi futuri di altri esponenti del PD in Regione e Parlamento. Sistemato l’attuale segretario del PD dopo due sconfitte, la prima alle regionali la seconda alle primarie, il gioco è fatto. Tutto questo è avvenuto nel più classico e tradizionali dei modi: facendo credere che abbia scelto il popolo. A parte i cittadini armati di sincera partecipazione alle scelte si è mossa in silenzio la macchina di partito con l’obbiettivo di incidere e eliminare le velleità di alcuni, riuscendoci. Accade con le primarie, come accade ed accaduto con i congressi con le tessere che spuntano da ogni dove improvvisamente ed accade quotidianamente.
Si illude chi crede che il fenomeno sia “limitato” ad un solo partito a una sola coalizione.
C’è chi ha scelto di consumare la congiura nel giorno delle primarie e chi lo ha fatto omeopaticamente, quotidianamente con i tempi lunghi cercando di mettere fuori gioco, riuscendoci,(non con tutti) alleati vicini .Talmente vicini da essere collaboratori stretti per un certo periodo, per poi essere liquidati con la revoca della delega com’è accaduto a Paolini e Maiorano ad esempio e prima di loro ad altri personaggi scomodi. Altri sono rimasti con la lusinga, non tanto velata, di diventare candidato sindaco per poi scoprire che il candidato sindaco sarebbe diventato addirittura un esponente del partito di opposizione. Ma perché questa decisione, questa “scelta”? La risposta è evidente :per gli stessi motivi che hanno portato i “grandi vecchi” del PD a immolare Marchegiani.
La tecnica è la stessa,gli obiettivi gli stessi, la scuola la stessa.
Interrompere questo sistema, scardinarlo vorrebbe dire , forse per la prima volta in decenni, cercare di affrontare i problemi della città per quello che sono. Oggi più di ieri è chiaro perché alcuni problemi annosi sono rimasti tali. Dietro lo slogan per il “bene della città” si nascondevano e nascondono altri obiettivi e interessi che col bene comune hanno poco a che fare.
Con le difficoltà che tutti conosciamo e non vogliamo sottovalutare è giunto il momento di una proposta coraggiosa che si distingua da chi, messo alla prova ,ha dimostrato non solo l’incapacità nel risolvere i problemi ma di aggravarli ,salvo poi cercare di fare marcia indietro come sta accadendo,trasversalmente, in questi giorni sulla vicenda Ospedale. Né con gli uni e né con gli altri ma liberi da ogni legame con chi parla di unità all’esterno e si scanna all’interno e con chi s’inventa coalizioni che non esistono per riempire spazi nei manifesti e noi comunicati stampa preconfezionati per cercare di continuare a ingannare noi tutti. C’è una Città che da troppo tempo aspetta risposte con non arrivano .Una Città che non può attendere oltre.
Giancarlo D’Anna
è ritornato ” il cavalier errante”, la vendetta… se veramente voleva risolvere i probblemi
di Fano, poteva rimanere in giunta invece di andare in Ancona a fare il consigliere di
minoranza… Quelli come ” lui ” ce li mandiamo in ” Ancona ” ma per restarci…
Io lo conosco bene… meglio perderlo che acquistarlo… io lo chiamo ” BADOGLIANO “..
non scendo in particolari… in seguito…..