Si è svolto nei giorni scorsi presso l’Università di Urbino l’incontro tra l’Ateneo e Saipem, uno dei leader mondiali nei servizi di perforazione, ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione di condotte e grandi impianti nel settore oil&gas a mare e a terra, con un forte orientamento verso attività in ambienti difficili, aree remote e in acque profonde.
Saipem, attraverso la sua sede operativa di Fano, collabora da molti anni con i docenti e i ricercatori dell’Università di Urbino su progetti di rilevanza internazionale per applicazioni in campo geologico, ambientale e marino. L’Università apprezza l’interesse e la disponibilità della società verso le attività di ricerca e di didattica dell’Ateneo di Urbino e riconosce l’importanza strategica della collaborazione tra il mondo del lavoro e quello accademico volta allo sviluppo di importanti sinergie nell’innovazione tecnologica e di nuove metodologie di studio del territorio.
Oggi Saipem è operativa in diversi settori strategici, dalla filiera della progettazione e realizzazione di impianti per l’estrazione, trasporto e raffinazione degli idrocarburi, alla chimica industriale nella produzione di fertilizzanti, e numerosi sono i settori della ricerca dove possono essere avviate ulteriori collaborazioni con l’Università in particolare nel campo geologico e ambientale sia terrestre che marino.
In occasione dell’incontro, Saipem ha presentato diverse esperienze avute nel corso degli ultimi anni su progetti specifici sviluppati con i ricercatori dell’Università di Urbino, tra cui la costruzione di un importante gasdotto a basso impatto ambientale in Messico, che ha ricevuto il premio “Shell Ecological footprint”. La soluzione tecnologica messa a punto dai tecnici Saipem della sede di Fano, in collaborazione con i ricercatori dell’Ateneo, ha infatti permesso non solo di ridurre al minimo l’impatto sull’ecosistema, ma anche di abbassare significativamente i costi di realizzazione.
I geologi dell’Università di Urbino vantano esperienze pluridecennale in molti paesi del mondo, con collaborazioni internazionali che vanno dalla geodinamica alla stratigrafia fino all’analisi dei rischi geologici che coinvolgono il territorio, e proprio in questi giorni gli esperti stanno contribuendo allo studio delle aree interessate dai recenti terremoti che hanno colpito l’Italia Centrale. La collaborazione tra l’Università e Saipem è attiva soprattutto nel campo geologico e ambientale, con progetti di ricerca che fanno uso degli strumenti più moderni per l’acquisizione dati, l’analisi e lo studio del territorio. Utilizzando sensori remoti che prevedono anche l’utilizzo dei dati acquisiti da satelliti, si sta inoltre mettendo a punto una metodologia innovativa, che permette il controllo del territorio e consente di osservare con estrema precisione l’evoluzione di numerosi fenomeni naturali, con importanti ricadute non solo sul piano industriale, ma anche sociale a favore di una maggiore salvaguardia e tutela dell’ambiente.