Confartigianato Impianti chiarisce quanto opportuno sapere al riguardo di obbligatorietà, sanzioni, responsabilità e invita a far affidamento sul proprio manutentore di fiducia.
Manutenzione delle caldaie, un gesto di civiltà per la sicurezza di tutti. Con l’arrivo dell’autunno e il clima che si fa via via più rigido, il tema torna di attualità e la Confartigianato Impianti di Ancona – Pesaro e Urbino chiarisce quanto è opportuno sapere al riguardo, a tutela della collettività e nel rispetto della legalità.
“Il DPR 74/13 obbliga le imprese abilitate a dichiarare agli enti pubblici (Provincia, Comuni e presto la Regione) le parti della caldaia e la frequenza con cui un impianto deve essere sottoposto a manutenzione – spiega Luca Bocchino, Responsabile Confartigianato Impianti Ancona – Pesaro e Urbino – se ciò non avviene le sanzioni sono più elevate per il manutentore (da 1.000 a 6.000 euro) che per il proprietario (da 500 a 3.000 euro).”
“I cittadini possono far affidamento sul proprio manutentore di fiducia – dichiara Daniele Boriani termoidraulico di Ancona – Il manutentore, infatti, tenuto ad indicare per legge la frequenza di manutenzione di un impianto, non può arbitrariamente prolungarla. Si andrebbe tra l’altro anche contro le indicazioni del produttore della caldaia, che oramai indicano l’annualità come intervallo di frequenza consigliato per il controllo.”
“Inoltre norme tecniche nazionali ed europee (UNI e CEI) – aggiunge Luigi Calbini, manutentore di Pesaro – addirittura esplicitano il controllo periodico annuale per alcune parti meccaniche delle caldaie. Se dovesse succedere qualcosa, infine, ricadrebbe sul manutentore la responsabilità di un incidente per aver indicato una frequenza maggiore di quella indicata dal produttore. Immaginiamo che nessuno sia disposto a correre un rischio del genere!”
“Le verifiche sono competenza degli enti preposti (Comune e Provincia) – aggiunge Andrea Giuliani da Fano – Giustamente chiedono le attestazioni di conformità e rispondenza che, soprattutto per caldaie datate, con età anche di 10/15 anni, non possono essere sostituite da autocertificazioni del cittadino. È vero che tanti anni fa le norme non prevedevano gli attuali adempimenti burocratici, ma va anche rilevato che in molti Comuni sono già attivi percorsi e protocolli per impedire che i cittadini subiscano un aggravio di esborso.”
“Controllare la caldaia in autunno è come controllare l’auto prima delle vacanze e prima di affrontare un lungo viaggio – conclude Luca Bocchino – Il controllo annuale va considerato come un gesto di civiltà sociale che mira alla sicurezza della collettività, il cui costo annuale per di più, spalmato su media mensile, si aggira intorno ai 6/7 euro al mese. Non è poi tanto per la sicurezza di un luogo in cui trascorriamo i momenti più importanti della nostra vita.”
Ufficio Stampa
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