Al Comitato Marotta Unita non sono piaciute le dichiarazioni del nuovo sindaco di Fano

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MAROTTA – Leggiamo ormai da giorni le esternazioni del nuovo Sindaco di Fano Massimo Seri che appena eletto con tutti i problemi della città di Fano si sia fortemente accanito contro Marotta e la sua unificazione. Questo atteggiamento ha lasciato perplessi molti cittadini, gli stessi si chiedono: ma la volontà popolare conta ancora qualcosa oppure no? Il fatto che i marottesi si siano espressi a stragrande maggioranza nell’ultimo referendum a favore dell’unificazione della propria città per il sindaco di Fano ha un valore oppure come in altri tempi intende tenere in ostaggio i marottesi nel suo Comune? Finalmente la proposta di legge andrà al voto del Consiglio regionale martedì prossimo, le pressioni nei confronti dei consiglieri che hanno già votato favorevolmente alla proposta di legge non porterà nessun risultato.

Quello che Massimo Seri stà cercando di fare è offensivo nei confronti dei consiglieri perché intende limitarli nella loro capacità di interpretazione dei fatti e soprattutto della loro indipendenza

Intanto va precisato che i residenti nelle zone limitrofe non perderanno alcun servizio di quanto realizzato negli anni nella Marotta di Fano perché questi sono e restano a disposizione di tutti.  In secondo luogo  lo spostamento di confine da noi richiesto comprende solo Marotta di Fano e non Ponte Sasso.  Sappiamo da sempre dove si trova il confine fra le due località. I numeri del risultato referendario vengono continuamente falsati dal fatto di voler aggiungere ai soli voti di Marotta di Fano quelli di Ponte Sasso e Torrette che non sono compresi nella proposta di legge proprio perchè, a larga maggioranza, sono contrari all’unificazione di Marotta e che comunque rimangono nel Comune di Fano.

Più importante sarebbe considerare i voti di Marotta di Mondolfo perché la nostra proposta parla di “MAROTTA UNITA”.

L’indicazione più importante è quella dei seggi compresi nell’area oggetto di spostamento di confine:

nei seggi 55 – 63 e  parte del 64 (in questo seggio metà degli  iscritti al voto risiedono fuori dalla zona idicata nella proposta di legge), in questi seggi la percentuale di votanti è fra il 65 – 70% e non il 57% come sostiene Seri.

Voti favorevoli   65%  e  68% ( seggi 55 e 63 ) la percentuale viene abbassata al 57,5 %, sempre favorevole, proprio dal seggio 64 per il motivo sopra indicato.

Pertanto la volontà dei Marottesi e chiara ed insindacabile ed è inutile cercare di confonderla con  voti che non rientrano nello spostamento di confine.

Agli amici del Comitato civico Fanounità invece, che pensano che una minoranza possa avere la meglio sulla maggioranza dei cittadini rispondiamo che la storia ormai sta facendo il suo corso e non potrà essere fermata. Stanno provando in tutti i modi a rallentare l’unificazione del territorio marottese per tutelare i loro interessi. Ogni possibile ricorso è ormai impossibile, perché il Comune di Fano non ha proposto ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del TAR, non ha impugnato l’esito del referendum ne il decreto che ha fissato la data del referendum al 9 marzo e consentito ai cittadini di andare al voto. La minaccia dell’istanza di prelievo depositata dall’Avvocato del Comune di Fano non potrà produrre nessun effetto sull’esito della votazione in Consiglio.   Se fosse sufficiente che un qualsiasi avvocato depositi due righe per inibire l’esercizio del potere legislativo regionale sollecitato da 5.000 cittadini, assistito dal parere favorevole di tutte le amministrazioni coinvolte, e supportato infine da una chiara  volontà popolare, allora il consiglio può davvero chiudere bottega, perché di queste domande se ne possono ri-presentare a decine in ogni situazione all’esame dell’assemblea.

COMITATO PRO MAROTTA UNITA

 

 

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