FANO – Nuovo appuntamento con Italo Rota sabato 19 marzo. L’architetto e designer ha stupito tutti i 200 presenti oggi, sabato 5 marzo, arrivati nella sala Verdi del Teatro della Fortuna per conoscere il futuro de “La Fabbrica del Carnevale“. La ristrutturazione del complesso del Sant’Arcangelo in laboratorio destinato al Carnevale e al Jazz e, più in generale, alla creatività fanese seguirà infatti il percorso partecipativo voluto dall’Amministrazione comunale e dall’Iti (Investimenti territoriali integrati) che la Regione Marche pone a bando a valere sui fondi strutturali 2014-2020 e a cui Fano partecipa insieme al Comune di Pesaro.
È per questo che l’architetto, insieme al vice sindaco e assessore alla Cultura e Turismo Stefano Marchegiani e all’assessore ai Lavori Pubblici Cristian Fanesi, dal palco della sala Verdi ha dato appuntamento ai tanti cittadini presenti, tra privati ma anche carristi, rappresentanti della Sovrintendenza, del mondo del carnevale e del jazz, dell’associazionismo e della politica, a fra due settimane per una nuova, e più tecnica, “tavola rotonda”.
“Chiediamo ai fanesi – ha sottolineato nel presentare la serata Marchegiani – un percorso di certo più complesso di quello previsto dal mostrare un rendering già deciso e in via di realizzazione. Stasera facciamo una prima riflessione con tutti coloro che sono interessati alla città e al suo futuro. L’incontro con Rota non è un passaggio strumentale: un progetto funziona se la città ci crede”. Poi è stato il momento del maestro dell’architettura e del design internazionale che ha dato il via all’incontro raccontato le sue “Idee per il riuso del Sant’Arcangelo”. Nessuna slide, nessuna planimetria. Solo suggestioni. Tante. Avanguardiste.
“Appena arrivato a Fano ho cercato di capire cosa fosse – ha detto Rota -. Il pensiero è andato subito alla città infinita che va da Chioggia ad Ancona. Ho quindi visto un luogo d’arte senza confini inserito in una città infinita. Poi ho cercato di capire se fosse presente una collettività caratterizzata da un tema e se questa aveva ancora voglia di abitare nel posto in cui era. Perché per rimanere dove siamo serve un progetto. Credo sia giunto ora il momento di pacificare questo luogo con la forma del contemporaneo”.
E il contemporaneo, per Rota, è una serie di suggestioni pensate per un polo attrattivo e di interesse voluto dalla città che si snoda fra due vie e i palazzi che la compongono, in primis, il Sant’Arcangelo e la Memo. Per “La Fabbrica del Carnevale” l’architetto pensa a una mobilità urbana da rivedere e che prevede la bicicletta come mezzo principale di locomozione. Ma anche all’utilizzo di una robotica, ad oggi sconosciuta ai carristi, che consenta ai giganti di cartapesta nuovi movimenti. “Non ci sarà alcun museo del Carnevale – ha garantito Rota – perché le cose vive, come questa manifestazione storica, occorre tenerle tali, non soffocarle sotto la polvere, da cui è impossibile uscire”. L’esempio è andato alla sua Milano: “E’ la città della moda ma non vi è alcun museo dedicato, eppure è viva e attrae più che mai”.
Tra le idee che Rota ha lanciato ai fanesi, quella “a tre zeri”: “Immagino una Fabbrica del Carnevale in cui 0 sono gli euro spesi per l’energia, da affrontare in maniera innovativa; 0 quelli spesi per la comunicazione, perché sarà tutto talmente bello e unico che l’interesse smuoverà da sé le informazioni; 0 gli euro spesi per tutto ciò che è l’uso dell’informatica, attuando nuovi sistemi e metodologie industriali e imprenditoriali che consentano inoltre di creare nuovi posti di lavoro”.