Il parco urbano che non c’è

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FANO – Nella sostanza, alla base della mancata realizzazione del parco urbano ci sono stati due elementi essenziali: la mancanza della volontà politica di quasi tutte le amministrazioni che si sono succedute al governo della città da una trentina d’anni a questa parte e la sostanziale assenza di coordinamento tra gli Enti competenti. Il resto c’è: uno spazio adeguato;  le richieste dei cittadini; un’idea progettuale largamente condivisa;  la collaborazione di operatori agricoli; la consapevolezza che le aree verdi ed i collegamenti ciclabili sono indispensabili per migliorare la qualità della vita, ecc.

Una volta chiarita la situazione col Demanio a proposito del protocollo d’intesa (per il Comune è sciolto, per il Demanio è ancora valido, come da prot. N. 2013/1462 del 7/3/2013) la formula più conveniente potrebbe essere un comodato a lungo termine con l’impegno di non modificare lo stato dei luoghi che in effetti, proprio grazie alla persistenza di certi vincoli, si sono mantenuti in condizioni accettabili.

Convince molto meno una proprietà da parte del Comune per possibili progetti  di “valorizzazione”; lo documenta del resto il PRG vigente che, nonostante il “pentimento” dell’ultima ora di qualche suo estensore, nell’area destinata a Verde attrezzato prevede una lottizzazione urbanistica, una micidiale strada di scorrimento e ben tre grosse rotatorie automobilistiche  che vanificherebbero del tutto le funzioni di un parco urbano.

Ma alla base di tutto c’è una ben precisa idea di città; se si vuole una città con meno cemento e più verde, meno automobili e più biciclette, le associazioni ambientalistiche sono pronte a fare la loro parte.

ENRICO TOSI

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