FANO – Non corrono rischi di trasmissione della malattia le persone che sono state a contatto con Nicola Morelli, il medico radiologo dell’ospedale Santa Croce di Fano (Pesaro Urbino) morto a 53 anni dopo avere contratto la malattia di Creutzfeldt-Jacob, variante umana della sindrome della mucca pazza. La rassicurazione viene dalla direttrice sanitaria dell’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord Maria Teresa Montella. “Quel che c’è da sapere – afferma la Montella – è che la malattia purtroppo esiste e che al momento non ci sono cure. Ma la frequenza è molto bassa: colpisce una persona su un milione e i casi accertabili sono circa 60 l’anno in tutta Italia. Dico ‘accertabili’ perché può anche capitare che non venga diagnosticata”. Nel caso del medico fanese è difficile ricostruire le cause, la malattia potrebbe infatti avere anche origine genetica. “Per appurarlo – spiega la dottoressa Montella – occorre fare una mappatura genetica. Ma noi non abbiamo elementi per saperlo, perché il morbo è stato diagnosticato al collega, meno di due mesi fa, da noi, ma tutto il processo diagnostico si è svolto in un altro ospedale, a Verona”. La malattia, tiene a precisare la direttrice sanitaria, non si trasmette da uomo a uomo, nella variante Creutzfeldt-Jacob, ma nel contatto con materiale neurologico infetto. Il medico
deceduto, però, era un radiologo, che non può essere venuto a contatto con ferri chirurgici infetti.
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