FANO – Per l’Ente Carnevalesca il dado è tratto: il prossimo Carnevale di Fano sarà senza carri allegorici nuovi, ma con carri vecchi di anni e qualche mascherata. La conferma, come si era detto, di una totale mancanza di progettualità, l’idea di un Carnevale privo di prospettive e qualità, fondato su un fare raffazzonato e asfittico. Eppure i Maestri Carristi, tutti uniti all’unisono, erano stati chiari: prima del bando per i bozzetti viene il progetto condiviso sul Carnevale con i soggetti riuniti a pari titolo intorno al tavolo di programmazione. Un “progetto di sviluppo del Carnevale” quale prospettiva di sviluppo, in chiave culturale turistica economica, dell’intera città. La richiesta legittima e costruttiva è stata ignorata. Il resto è cronaca di questi giorni. Ora senza bozzetti e nuovi carri, l’Ente Carnevalesca è messa a nudo. Nonostante continui a far la voce grossa e arrogante. Forte del nulla. Perché senza i Maestri Carristi il Carnevale, già agonizzante, è destinato a morte sicura.
Sulla stampa si leggono dichiarazioni gravi se non fossero risibili: “Andiamo avanti come nel 2000”, “Non ce ne preoccupiamo”, “I carri sono nostri e ci facciamo quello che ci pare”. Già, i carri: realizzati con il finanziamento pubblico, con gli chassis (le basi) di proprietà del Comune, che tout-court diventano di proprietà di un’Associazione privata. Tutto normale? Posizioni arroccate sul passato, prive di prospettiva e futuro, corroborate dalle parole di Alberto Berardi, già presidente dell’Ente Manifestazioni, per il quale il punto di forza del nostro Carnevale è il getto e non i carri. Dichiarazioni che stupiscono. Forse il vice-presidente della Fondazione CaRiFano non ha letto con attenzione il comunicato dei Maestri Carristi che chiedono la presenza anche della Fondazione al tavolo di programmazione. Eppure il vice-presidente per anni è stato il Presidente dei Carnevali d’Italia, rappresentando Carnevali dove il carro allegorico è al centro delle manifestazioni. Eppure proprio lui ha curato la pubblicazione di 3 pregevoli volumi sulla storia dei Carri Allegorici di Fano, e non sul getto. Ma forse sono gli effetti di questa estate torrida.
Di fronte a questo impasse, i Maestri Carristi hanno chiesto ripetutamente all’Amministrazione di prendere la palla in mano organizzando il tavolo di programmazione con tutti i soggetti, comprese le associazioni di categoria e le Fondazioni. Dopo un mese la richiesta del tavolo di programmazione è stata finalmente accolta dal Sindaco. Con grande soddisfazione dei Maestri Carristi. Il riconoscimento che le proposte e la progettualità degli operatori sono una ricchezza per il Carnevale e la città. Ora però dalle buone intenzioni occorre passare ai fatti. In primis mettendo uno stop all’insensato e confuso operato della Carnevalesca. E ripartire dall’inizio. Altrimenti, senza se e senza ma, Sindaco e vice-sindaco devono dire alla città che preferiscono il vuoto programmatico dell’Ente Carnevalesca. Che preferiscono un Carnevale modello “sagra paesana” perché chi lo organizza quello sa fare.
Basta deleghe in bianco a fronte di contributi pubblici di 130mila €uro, cifra erogata nel 2015 e verbalmente riconfermata per il 2016. 130mila €uro per un Carnevale fotocopia, grigia e sbiadita, del 2015? Questo il biglietto da visita della città dopo la tanto sbandierata vetrina all’Expo’? Questa la strategia di promozione? Questo il piano per colmare il gap enorme tra il Carnevale di Fano e gli altri Carnevali competitors? I Maestri Carristi lo hanno detto e lo ripeteranno al tavolo: il Carnevale è patrimonio della città, non il gioco o la vetrina per qualcuno.
Associazione Carristi Fanesi Fantagruel Furlani Pacassoni