Non vuole essere trasferito, detenuto aggredisce i poliziotti penitenziari – VIDEO

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FOSSOMBRONE – Un detenuto straniero, nazionalità albanese, del carcere di Fossombrone ha dato in escandescenza e turbato l’ordine e la sicurezza della struttura penitenziaria per protestare contro il suo trasferimento nel penitenziario di Ascoli Piceno. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“Il detenuto, 29 anni e con fine pena novembre 2017, all’atto dell’espletamento delle formalità burocratiche finalizzate al suo trasferimento nel carcere di Ascoli Piceno, pretendeva di non partire ed ha iniziato a colpire i poliziotti penitenziari con violenza, tanto che uno di loro dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso”, spiega il segretario generale del SAPPE Donato Capece. “Siamo alla follia. Calci e pugni ai poliziotti da parte di un delinquente che non voleva essere trasferito in un altro carcere. Ma ci rendiamo conto? Questi inaccettabili atti di violenza andrebbero puniti con estrema severità: non sono più tollerabili!”.

Il SAPPE rinnova al Ministro della Giustizia Orlando e ai vertici dell’Amministrazione centrale la richiesta “di dotare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria di strumenti di tutela efficaci, come può essere lo spray anti aggressione già assegnato – in fase sperimentale – a Polizia di Stato e Carabinieri. Sono decine e decine le aggressioni subite da poliziotti penitenziari in carcere dall’inizio dell’anno. Cosa si aspetta ad assumere adeguati provvedimenti per garantire la sicurezza e la stessa incolumità fisica degli Agenti di Polizia Penitenziaria che lavorano in carcere?”.

Nicandro Silvestri, segretario regionale SAPPE per le Marche, evidenzia che, nei dodici mesi del 2014, nelle carceri marchigiane si sono contati “96 episodi di colluttazione e 11 ferimenti. A Fossombrone c’è stato un ferimento mentre i suicidi di detenuti sventati dai poliziotti penitenziari sono stati 3 e 10 gli episodi di autolesionismo”.

Capece torna infine ad evidenziare come l’aggressione nel carcere di Fossombrone sia “sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E che a poco serve un calo parziale dei detenuti, da un anno all’altro, se non si promuovono riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, come ad esempio l’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più, come dimostra la violenza posta in essere nel carcere di Fossombrone da un detenuto albanese – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”.

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