Terme di Carignano, ecco i disagi delle famiglie che chiedono provvedimenti

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FANO – “E’ passato poco più di un mese da quando sono state pubblicate su Il Resto del Carlino le mie perplessità ed il mio dispiacere in merito alla chiusura delle terme di Carignano, dove portavo mia figlia a fare le cure per la sordità rinogena. Adesso posso dire che tutti i miei peggiori timori sono stati confermati. Parlando con un’altra mamma, la cui figlia ha bisogno anche lei di cure termali, ci siamo attivate per capire come organizzarci. Abbiamo deciso di andare alle Terme di Cattolica, come suggerito anche dalla pediatra, abbiamo fatto l’impegnativa ed abbiamo fissato per iniziare lunedì 6 luglio il ciclo di cure. Io ho chiamato Cattolica e mi hanno assicurato che potevamo iniziare tranquillamente. Il sabato la mia amica va in avanscoperta con il marito ed ha la prima, sgradita, sorpresa… le terme sono situate sul lungomare di Cattolica e trovare un parcheggio, di luglio, di mattino, sarebbe stato un grosso problema. Quindi ci orientiamo per andare alle Terme di Raffaello, a Gallo di Petriano. Solo che qua l’organizzazione è molto diversa, bisogna prenotare tutto: visita dell’otorino iniziale, visita finale e ogni singolo trattamento (a Carignano potevi andare in tutti i momenti durante l’apertura), con le segretarie che ripetono di arrivare almeno 20 minuti prima dell’orario prenotato. Per cui, invece del 6 luglio, abbiamo dovuto iniziare con quasi una settimana di ritardo (con tutti i disagi che comporta doversi riorganizzare), perché la visita con l’otorino era disponibile solo il venerdì… solo che il giovedì ci chiamano dicendo che il venerdì cambiava otorino e ci spostavano la visita al sabato… accettiamo (cosa altro possiamo fare?). Il sabato partiamo con almeno un ora di anticipo, e meno male! Abitando a Bellocchi prendiamo l’autostrada fino a Pesaro (circa 15 minuti) e poi facciamo una bella mezzoretta di auto sulla Montelabatese. Il sabato ci va bene, niente camion, ma dal lunedì la storia cambierà. L’ultimo tratto è in salita, su strada non ben asfaltata (in un paio di punti c’è solo ghiaino), le indicazioni s’intravedono a malapena attraverso la polvere sollevata dalle auto, per non parlare dell’ingresso alle terme, semisepolto dagli alberi. Comunque arriviamo in una struttura di poco più nuova di quella di Carignano, ma che la ricorda tantissimo: stesso bar, stesso odore, stessi macchinari, tessera simile. Di diverso c’è solo la piscina termale, cui puoi accedere per fare ginnastica e su appuntamento, con impatto ambientale zero, dato che è interno alla struttura. Il primo giorno facciamo la visita con l’otorino, con esame audiometrico e timpanogramma. A quanto pare i cicli di cure fatti gli anni passati stanno dando i loro frutti e la bambina ci sente di più, un sollievo e un incitamento a proseguire nonostante le difficoltà. Per fare le cure occorrono tra tutto una quarantina di minuti (dipende se c’è coda con l’otorino), poi riprendiamo l’auto e ci rimettiamo in viaggio per altri 50 minuti… ovviamente con sosta bimbe per mal d’auto. Insomma è veramente pesante, come temevo, intraprendere tutti i giorni questo viaggio, e mi trovo sempre più a pensare “cosa mancava a Carignano per essere un gioiellino termale?” Niente! Oltretutto mentre aspettavo che la segretaria mi desse la fattura ha chiamato una signora da Fano per avere informazioni, e sono venuta a sapere che il loro sindaco avrebbe contattato il sindaco di Fano, Seri, per organizzare degli autobus navetta (già lo fanno con altre località). Ottimo servizio certo, ma non sarebbe preferibile impiegare meglio le risorse, magari spendendole per rimettere in piedi Carignano? Allestire un servizio simile non affosserebbe definitivamente le nostre terme? Mi chiedo sempre più se la nostra amministrazione comunale si rende conto che un altro patrimonio di Fano sta prendendo il volo per altre città, lasciando tante famiglie fanesi, da anni abituate ad andare alle terme, senza tale preziosa risorsa”.

LAURA MARI
GRUPPO FORZA ITALIA FANO

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