FANO – Verranno asfaltati 10 chilometri di strade. Qualche buca verrà chiusa. Non tutte però, ché sarebbe impossibile riuscire a tanto. E’ tipico di un fine mandato amministrativo chiudere buche e asfaltare qualche chilometro di strade. In prossimità delle elezioni si spera che i cittadini si scordino gli anni di incuria che, con questa amministrazione, sono stati davvero tanti. Intanto l’assessore Falcioni ammette che hanno sbagliato anche a fare quel poco di manutenzione che abbiamo visto; hanno chiuso le buche fuori stagione sicché l’asfalto non ha tenuto e le buche si sono riaperte più grandi e profonde di prima. E’ quasi una metafora di questa amministrazione del “fare”, a prescindere dal “pensare”.
E facile fare dell’ironia, me ne rendo conto, ma la questione che anima il dibattito sulle buche meriterebbe un approccio diverso. In realtà è della qualità della vita nella città e soprattutto delle nostre periferie che occorrerebbe parlare. Periferie che sopportano il peso di una mobilità selvaggia dovuta quasi esclusivamente all’uso dell’auto privata in quanto non esistono le condizioni per una mobilità diversa affidata all’uso della bicicletta o all’andare a piedi. Penso in particolare ai nuclei storici delle frazioni e dei quartieri realizzati con un basso tasso di pianificazione urbanistica in epoche in cui i mezzi di locomozione erano altri e che, sopraffatti dalla modernità e emarginati dal sorgere di nuove aree residenziali, hanno di fatto subito un degrado che è lo specchio di un abbassamento della qualità della vita sociale e di relazione.
Le zone residenziali nuove o di più recente realizzazione non si saldano né urbanisticamente né dal punto di vista del tessuto delle relazioni sociali e dei luoghi in cui queste si esprimono con la preesistente struttura; si perde il senso della continuità urbana e si generano fratture.
Non si tratta solo di una questione estetica, che avrebbe comunque la sua rilevanza; basti pensare a tutta l’ampia questione della manutenzione sia delle aree che dei manufatti di pertinenza pubblica come le strade, i marciapiedi, le zone di sosta, il verde, l’illuminazione, la rete fognaria, il deflusso delle acque piovane a cui si aggiunge la manutenzione delle abitazioni, dei giardini, dei muri di confinamento, dei residui dell’abusivismo edilizio (fatto oggetto di condono e lasciato nella originaria condizione di degrado) per quanto riguarda ciò che è di pertinenza del privato.
C’è anche una questione etica in campo, poiché il degrado incoraggia comportamenti socialmente disdicevoli, incuria richiama incuria, scoraggia le virtù civili del rispetto delle regole comunitarie: ad esempio non si osserva il codice della strada, si parcheggia dovunque, si usa l’auto privata anche per piccoli spostamenti, non si rispettano i diritti dei bambini, come quello di andare a scuola da soli, o delle persone più deboli (disabili, persone anziane), di chi vuole muoversi a piedi o in bicicletta e poter percorrere strade o sostare senza correre il rischio di essere investiti,.
Ora, tutto questo amplia enormemente il problema, ma non vedo una soluzione che non stia dentro un progetto per Fano che aspiri ad una “visione” sostenuta da una “missione” che è poi il sale della politica. Se così è allora il dibattito sulle “buche” assumerebbe ben altro spessore e i candidati sindaco sarebbero chiamati ad uno sforzo intellettuale ben maggiore che non sia quello, necessario ma poco esaltante, di dire come trovare qualche soldo nelle pieghe del bilancio.
Tuttavia, l’impegno amministrativo è fatto di concretezza e per questo non ci si può esimere dal valutare il lascito di questa lunga deriva del governo della nostra città. Come si è provveduto per favorire la mobilità “mite”? Quanti chilometri di piste ciclabili sono stati realizzati soprattutto per collegare centro e periferia? Come si sono tutelati i ciclisti e i pedoni dall’invadenza delle auto? Come si è curata la segnaletica, fluidificato il traffico con l’introduzione di sensi unici, percorsi obbligatori e riservati? Si è fatta una puntuale verifica delle condizioni di mobilità nelle periferie e si sono introdotti correttivi per impedire l’abuso dei più forti (chi si muove in auto) verso i più deboli? A me francamente pare che ci siano state gravi lacune. Ma forse, chissà, mi sbaglio.
Fausto Antonioni
Coordinatore PD
Circolo Bellocchi-Falcineto
questa amministrazione ha fatto solo i suoi interessi e di pochi altri ( vedi prg) per il resto non ha fatto niente neanche la pur minima manutenzione, uno scandalo!!!!!!!!