PESARO – “Siamo costretti a ritornare sulla vertenza Megas. net, non per replicare alle ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente della Provincia Daniele Tagliolini, bensì per riportare all’attenzione i fatti e le circostanze concrete della vertenza che stiamo cercando di gestire da molti mesi.
I fatti sono che la Provincia di Pesaro e Urbino a causa dei tagli insensati decisi dal Governo Renzi, non può più far fronte ai contratti sottoscritti con Megas. net in merito alle attività ad essa assegnate in questi anni.
Inoltre la società Megas. net in seguito a tale stato di fatto, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per otto dipendenti assunti dalla stessa a tempo indeterminato che svolgevano le loro attività per la Provincia di Pesaro Urbino, procedura che si è chiusa il 2 di aprile con un verbale di mancato accordo, perché non si è trovata alcuna soluzione per scongiurare gli stessi licenziamenti. .
A questo va aggiunto che gli otto lavoratori a cui è stato applicato in questi anni il contratto collettivo delle autonomie locali una volta licenziati, a differenza di ogni altro lavoratore assunto a tempo indeterminato, non hanno diritto a nessun ammortizzatore sociale, né indennità di mobilità ne assegno di disoccupazione. Di fatto una volta licenziati si troverebbero letteralmente “in mezzo a una strada”.
Nei diversi incontri prima che si concludesse la procedura sui licenziamenti collettivi, in alcuni dei quali hanno partecipato sia amministratori locali (sindaci di Pesaro e Urbino nonché gli assessori del comune di Fano e Vallefoglia) sia dirigenti (direttore generale della Provincia di Pesaro e Urbino), si sono ipotizzate diverse soluzioni che avrebbero dovuto scongiurare i licenziamenti, delle quali nessuna ad oggi si è riuscita a concretizzare.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto fin dal primo incontro che per evitare i licenziamenti si applicasse quanto previsto dalla Legge di stabilità 2014, per la quale in caso di esubero di personale, prima di giungere a licenziare i lavoratori, si debba procedere tramite l’istituto della mobilità tra aziende partecipate a collocare i lavoratori in altre aziende pubbliche, in sostituzione del personale cessato (ad esempio per pensionamento) nei limiti del fisiologico turn-over.
Nell’incontro svoltosi il 27 marzo 2015 la Provincia di Pesaro e Urbino per tramite del suo Direttore Generale si era impegnata entro due o tre giorni a produrre un parere firmato dal Segretario Provinciale, che nell’avvallare il percorso sopra descritto, avrebbe reso possibile tale soluzione. Di tale parere ad oggi ancora non ci risulta essere traccia alcuna.
Gli otto lavoratori interessati dai licenziamenti hanno lavorato in questi anni (in alcuni casi da oltre 20), portando avanti quotidianamente i servizi a loro affidati dalla Provincia di Pesaro e Urbino e in questa vicenda, da noi assistiti, si sono espressi, con i medesimi toni e le medesime preoccupazioni di ogni altro lavoratore che in questi anni ha subito un processo di licenziamento, auspicando fino all’ultimo che tale condizione possa e debba evitata, appellandosi agli unici soggetti deputati a prendere decisioni in tal senso, che nel loro caso sono i sindaci dei principali comuni del nostro territorio che hanno quote di partecipazione nella società Megas Net e soprattutto al Presidente della Provincia che detiene il le quote maggioritarie della stesa società.
Un altro fatto da sottolineare è che da almeno due anni la FP CGIL ha chiesto per il tramite della Provincia di Pesaro e Urbino che MEGAS NET si dotasse di un piano industriale che prevedesse ulteriori prospettive di sviluppo, anche al fine di garantire un futuro occupazionale più certo per tutti i sui dipendenti. Anche in questo caso non abbiamo avuto risposte.
Tra pochi giorni saremo certamente chiamati in Regione Marche, per espletare come prevede la legge l’ultimo tentativo di confronto per scongiurare i licenziamenti. L’unico auspicio che ci sentiamo di fare e che entro quella data si concretizzi quanto in questi mesi come organizzazioni sindacali abbiamo cercato di portare avanti, null’altro se non l’applicazione di quanto previsto dalla legge di stabilità 2014 pertanto il ricollocamento delle otto unità nelle altre aziende partecipate del territorio.
Concludendo vorremo richiamare solo un tema sollevato dal presidente della Provincia nel suo ultimo intervento, che giustamente lamenta il fatto che sta svolgendo il suo difficile ruolo senza percepire alcun stipendio. Crediamo che il tema non vada liquidato con qualche battuta semplicistica. Il problema sollevato da Daniele Tagliolini a nostro parere è reale e soprattutto ci deve far riflettere in merito ai ruoli e alle importanti responsabilità, attribuite dalla legge agli amministratori locali. A nostro parere la scelta fatta dal Governo di non prevedere per i Presidenti di Provincia alcun compenso non solo è una scelta illogica, ma soprattutto ingiusta alla luce del ruolo e delle scelte ai quali gli stessi sono chiamati a fare. Va però sottolineato che sul questo tema lo stesso Tagliolini è vittima di un approccio superficiale e propagandistico della politica, che lo stesso Presidente del consiglio ha cavalcato, guadagnando consenso, ma che nei fatti non ha prodotto l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica”.
Pesaro, 9 aprile 2015
*Segretario generale Fp Cgil Pesaro Urbino