PESARO – Si sono appena concluse le indagini nel cantiere edile di via Cavallotti dove lo scorso dicembre, nel corso dei primi lavori di sbancamento, sono venuti alla luce rilevanti resti di epoca romana.
In poco più di un mese, grazie alla tempestiva collaborazione delle imprese costruttrici Prospettika srl e Rossi srl Costruzioni che hanno sostenuto gli oneri, è stato possibile indagare accuratamente l’intera superficie interessata dai lavori, scoprendo così inedite testimonianze della colonia Julia Felix Pisaurum.
In attesa di essere studiati, i reperti appena venuti alla luce e messi in sicurezza, saranno conservati all’interno di spazi appositamente individuati dall’Amministrazione comunale. Il Comune di Pesaro ha anche messo a disposizione della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, un locale da destinare temporaneamente ad uso ufficio, nell’ambito di una più vasta serie di azioni che vedono impegnati insieme i due enti con l’obiettivo comune di valorizzare e migliorare la fruizione del patrimonio archeologico cittadino. Inoltre, terminate le ricerche sul campo, grazie alla disponibilità dei costruttori e alla collaborazione del professor Mario Morbidoni presidente di Archeoclub d’Italia/sezione di Pesaro, si sta valutando la possibilità di ricostruire una delle sepolture rinvenute e di collocarla in una teca posta sul fronte stradale.
Lo scavo, diretto dalla Soprintendenza con l’assistenza tecnica degli archeologi di Tecne srl, ha scoperto un tratto dell’antica via Flaminia che in epoca romana si dirigeva verso città. Larga circa quattro metri, la strada si è conservata solo a livello di preparazione stradale ed è costituita da strati alternati e sovrapposti di ghiaia, ghiaino e calce; lungo i lati correvano due fossati per lo scolo delle acque.
La stratificazione archeologica e i materiali rinvenuti lasciano ipotizzare che si possa trattare proprio delle prima fase di costruzione della via Flaminia, aperta nel III secolo a.C. in epoca repubblicana. La strada rimase poi in uso fino all’epoca tardo antica e venne abbandonata solo in epoca altomedievale.
Ma non c’è solo questo.
Le ricerche hanno rivelato anche parte di una vasta necropoli che in epoca tarda (tra il V e il VI-VII secolo d.C.), si impostò lungo i margini della strada, rispettandone l’orientamento. Sono state messe in luce e indagate 39 sepolture, sia di adulti sia di bambini, deposti supini all’interno di tombe costruite in diversa maniera o anche in una semplice fossa. Le tombe sono disposte in file piuttosto regolari e non hanno corredo. Fanno eccezione – e la scoperta è davvero interessante – le sepolture in fossa terragna che costituiscono il nucleo più tardo della necropoli, databili tra la fine del VI e gli inizi del VII secolo d.C.; al loro interno, collocati sotto la testa o nella mano del defunto sono stati trovati pettinini in osso, tipici di questo periodo, due anelli in bronzo, una collana e degli orecchini.
Lo studio più puntale dei rinvenimenti è ancora in corso. E’ stato inoltre avviato l’esame dei resti scheletrici che permetterà di avere maggiori informazioni sul popolamento di Pisaurum di età tardo-antica. Oltre allo studio dei caratteri metrici e morfologici dello scheletro, l’analisi del DNA parteciperà ad un più ampio screening paleogenetico su campioni della popolazione europea di VI-VII secolo.