FANO – “Se Fano vuole fregiarsi del titolo “La citta dei bambini” bisogna che se lo meriti. Di fronte a fatti e situazioni che talvolta accadono sotto i nostri occhi, alcuni cittadini alzano alto il grido: “E poi dicono che Fano è la città dei bambini…”, non essendolo, ovviamente.
Recentemente un genitore che ha vissuto la drammatica esperienza della figlia investita da un’auto all’uscita dalla scuola ha riproposto il tema della sicurezza dopo aver corso il rischio di essere nuovamente investito e riferisce di altre situazioni analoghe che non hanno prodotto danni a persone solo perché la buona sorte ci ha messo lo zampino. E lamenta che dopo l’iniziale provvedimento dell’Amministrazione di far presidiare la zona dai vigili urbani e limitare temporaneamente il traffico si è ritornati alla situazione iniziale. Ricordo bene quell’episodio di quattordici mesi fa e la giustificata rabbia di quel genitore e ricordo anche che la soluzione trovata dall’amministrazione comunale non solo calmò gli animi ma fu ritenuta una decisione ragionevole. Anch’io lo penso ma solo se consideriamo temporanea quella soluzione, dettata dall’urgenza di rassicurare ma certamente non desiderabile se ritenuta definitiva.
In molte scuole fanesi il momento dell’ingresso e dell’uscita è vissuto come pericoloso da molti perché in quei momenti ed in un tempo breve nei pressi della scuola decine e decine di auto si trovano a creare una situazione innaturale di difficile gestibilità, fortemente ansiogena per bambini ed adulti, spesso al limite della sostenibilità emotiva con imprecazioni e accuse reciproche; sono i genitori degli stessi alunni che, non sapendo rinunciare all’auto come mezzo di trasporto per il tragitto casa-scuola, intasano le strade adiacenti l’edificio scolastico, compiono manovre spesso al limite e oltre il codice della strada diventando essi stessi un pericolo per i propri figli. Se qualcuno vuole rendersene conto basta che si presenti davanti ad una scuola nei momenti topici della giornata.
E’ evidente che c’è uno scarto culturale tra la richiesta dei genitori che chiedono ad altri garanzia di sicurezza quando i bambini vanno a scuola da soli e il diventare essi stessi un pericolo per i propri figli quando li portano a scuola in auto provocando gli assembramenti che constatiamo ogni giorno. E’ una contraddizione che va superata con decisioni che siano impegnative per tutti, primariamente per gli adulti e l’Amministrazione pubblica. Fano non sarà “la citta dei bambini” se non sarà capace di cambiamenti profondi nei modi di vivere la realtà urbana (che, non dimentichiamolo, comprende anche le periferie). E la possibilità per i bambini di andare a scuola da soli è il principale indicatore di qualità della vita per tutti.
Il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) riferisce che in Italia solo il 16% dei bambini della scuola primaria vanno a scuola da soli mentre il 70% viene portata in auto. Dati, questi, che erano rovesciati nel 1970. Un fenomeno analogo lo hanno vissuto altri paesi europei ma in questi paesi si è invertita la tendenza mentre in Italia tutto questo non sta avvenendo. In Inghilterra i bambini che vanno a scuola da soli, dopo una curva discendente analoga a quella italiana, sono oggi il 36% (il doppio dell’Italia); in Germania il dato riporta un entusiasmante 76%. Per non dire poi dei paesi del nord Europa che vantano in questo senso una consolidata e invidiata tradizione.
Anche in Italia occorre invertire la situazione e Fano può farlo riprendendo il progetto “A scuola ci vado da solo” che oltre 20 ani fa l’aveva posta al centro dell’attenzione nazionale come la prima “Città dei bambini” d’Italia. Un progetto che non superò la fase della sperimentazione poiché non fu posto alla base di un cambiamento generale del modo di vivere la città da parte di tutti introducendo pratiche di mobilità leggera alternative all’uso dell’auto con percorsi per gli spostamenti a piedi e in bicicletta.
Quindi, quando sentiamo cittadini che di fronte alle (inevitabili?) situazioni critiche come quelle talvolta segnalate lamentano che Fano non è la città dei bambini, occorre ricordare loro che se “La città dei bambini” sono i bambini a chiederla in realtà sono poi gli adulti che la fanno diventare tale”.
Fausto Antonioni – Dirigente scolastico
Coordinatore PD Bellocchi -Falcineto