FANO – “Io non ci sto, noi non ci stiamo alle parole offensive e “tossiche” che cerca di spargere la Lega verde-nera; non ci sta la comunità islamica che ha organizzato sabato 24 la manifestazione a Pesaro in Piazza del Popolo e ha portato parole chiare e autentiche, parole di pace e di dialogo, e di conoscenza; invece in Piazza XX settembre a Fano i Leghisti erano pochi e tristi a gridare il loro odio verso i migranti, a urlare la loro identità, a “predicare l’eguaglianza identitaria (per cui ogni gruppo di uguali ha la sua eguaglianza)” negando “l’eguaglianza come principio di relazione tra diversi” (da Nadia Urbinati, La mutazione antiegualitaria).
A pochi giorni dalla Giornata della Memoria torna ancor più urgente non dimenticare e far vivere nel nostro tempo la “memoria”, avere consapevolezza e respingere con non violenza questi gesti e queste parole che identificano sempre il nemico nel diverso, dobbiamo mettere in atto tutte le buone pratiche per allontanare gli spettri del Novecento che sotto altra forma tentano di riaffacciarsi: oggi sono i migranti, i profughi, i richiedenti asilo, domani chissà chi altro ancora.
La storica Anna Bravo nel libro “La conta dei salvati” descrive le forme di resistenza non armata in Europa durante il periodo nazista e in modo particolare l’esperienza della Danimarca: analizza cioè i modi con cui vennero utilizzati gli spazi che il nazismo lasciò alle istituzioni Danimarca senza combattere. “Intorno ad una consistente minoranza attiva …… l’enorme maggioranza è stata al gioco, non si è sognata di fare la spia, o di rifiutare di dare aiuto. Questo ha creato i presupposti, l’ambiente per cui quell’azione impensabile, diventasse possibile (e ripetibile, in altre circostanze e sotto altre dittature!)”. Dunque un’opposizione differente, non militare che è culminata con il salvataggio di massa degli ebrei.
Il giorno 27, settantesimo anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz , l’Amminstrazione Comunale ha programmato la presentazione salvata da Teresa”, che racconta la vicenda drammatica e coraggiosa di Teresa Giovannucci e Pietro Antonini, che per nove mesi nascosero nella loro casa di Riano (Roma) otto ebrei, tra cui una bambina di tre anni, Miriam Dell’Ariccia, alias Memme Bevilatte, salvandoli da morte certa.
Anche questa è stata una forma di opposizione non violenta, di “sangue risparmiato”, di un agire consapevolmente “protettivo della vita” anche in situazioni di guerra guerreggiata, di una cura e una difesa che riguarda i corpi, le vite concrete, non simboli o valori o obiettivi generali.
Mi auguro che la Giornata della Memoria serva a tutti e tutte noi per fare una seria riflessione su questi temi, che acquisti dunque un importante valore pedagogico, per ricostruire e spiegare alle giovani generazioni cosa è successo, per evitare che succeda di nuovo”.
Carla Luzi – Consigliera di Sinistra Unita