FANO – Vernissage il 23 dicembre alle ore 17.30 alla Galleria d’arte Exhibition Art, zona Arco d’Augusto. Paolo Del Bianco espone per la prima volta nella sua città la mostra dal titolo “VistAmare”. Si tratta di una mostra di pittura unica nel suo genere, denominato “toy art”. Anzi, possiamo affermare che la “toy art” è nata qui a Fano.
La mostra è composta da 14 quadri in cartapesta, ispirati al mondo della fantasia e dei vecchi giocattoli in latta, che abbiamo avuto tra le mani con gioia quando eravamo bambini. Le pitture in altorilievo sono di gusto leggermente retrò, incorniciate ad hoc con cornici disegnate e dipinte dallo stesso Del Bianco. Anche queste ultime conservano il gusto di un vecchio giocattolo. Cornice e dipinto diventeranno così tutt’uno.
Del Bianco ha già esposto la sua “toy art” a Tokyo in una mostra organizzata dal governo italiano dal titolo “L’Italia in Giappone: dal Rinascimento al XXI secolo”, a Los Angeles in una mostra organizzata dal Paul Getty Museum e in varie città europee. Ha avuto inoltre diversi riconoscimenti: tra i più prestigiosi, il premio Consiglio d’Europa e il primo premio al Festival dell’Umorismo di Bordighera.
La mostra rimarrà aperta fino al 20 gennaio. Per l’occasione verrà anche presentato il libro “Il Florida, dalle origini ad oggi”, curato da paolo del Bianco e stampato a cura d Orfeo Radi, l’attuale gestore del locale. Presentazione di Alberto Berardi.
IL FLORIDA DI PAOLO DEL BIANCO
Quando finalmente arriva l’estate, a Fano oltre alla bella stagione, al mare e alle vacanze, il pensiero va al Florida, alla sua atmosfera che sembra essersi fermata nel tempo, come ibernata, pronta a riprendere vita al primo tocco di una nota o al profumo di una pizza appena sfornata che si mescola con l’aria di mare che arriva dal Lido. Tutto qui è musica: il ghiaino che ad ogni passo emette delle timide note, fino al rombo dei treni che passano sulla scarpata adiacente, sono un tutt’uno da sempre. Il piccolo palco ha ospitato celebrità internazionali e la pista da ballo ha fatto sognare migliaia di vacanzieri e habitué. Se sei un fanese vero o un turista, qui al Florida prima o poi passerai e tornerai. Qua si passano serate indimenticabili, serene. E tutt’intorno alla pista da ballo, cogli i volti allegri delle famiglie, delle comitive e delle coppiette che amano stare sotto un tetto fatto di stelle. Penso che il Florida sia il locale più amato, non solo perché storico, ma anche perché la sua unica, spiccata, immutata autenticità, nonostante i giusti ritocchi di ammodernamento (come la parte coperta per le serate di pioggia), continua ad espandere quella sua spontanea raffinatezza fatta solo di buon gusto e semplicità, che sono alla base dell’eleganza. Un plauso va al personale, sempre pronto e cordiale a soddisfare tutte le esigenze dei clienti. Tra i tavoli sfrecciano veloci camerieri sorridenti con vassoi stracolmi di leccornie da farsi venire l’acquolina in bocca e bicchieri straboccanti di birra fresca. Beh, se questo non si chiama Paradiso, allora non può che chiamarsi Florida! L’ospitalità è di casa qui a Fano, e nel cuore dei fanesi. E il patron Orfeo, coadiuvato dal valido aiuto dei figli Andrea, Fabio e Marco ne sono la testimonianza tangibile. Della cucina e dei suoi piatti, bisognerebbe stampare un libro a parte, tante sono le proposte, dai piatti della cucina marinara locale alle splendide rivisitazioni di pietanza tradizionali, per non parlare poi delle pizze cotte solo ed esclusivamente nel forno a legna. La cantina del Florida è fornita di vini appartenenti alla vastità della produzione dei nostri colli, che tengono alto il nome della nostra città e della nostra regione nel mondo intero.
IL FLORIDA DI ALBERTO BERARDI
c’era una volta il Florida: si potrebbe cominciare così una moderna storia della quale alcuni protagonisti – a riprova del sentimento che li legò negli anni della prima giovinezza – hanno formalizzato i rapporti persino con il matrimonio; e dalla coppia del Florida, da quei balli stretti stretti sono nati i ragazzini del Florida, che però cercarono invano quella particolare atmosfera di cui sentivano parlare le donne di casa. Le donne sì, gli uomini no. «I gentiluomini non parlano neppure sotto tortura», eppure ne avrebbero avute tante da raccontare in particolare coloro che vissero gli anni in cui l’Italia fu invasa da schiere di tedesche affamate d’amore. Il Florida provò a resistere: veglie a tema, cantanti di livello nazionale, personaggi del mondo dello spettacolo, stretti legami con le tradizioni carnevalesche e goliardiche cittadine, tutto quello che poteva attrarre. Ma la lotta fu impari: da una parte i vestiti, dall’altra la carne. Da una parte baci infuocati dopo un lento che più lento non si poteva, dall’altra una carezza rubata e tanta frustrazione. E poi che soddisfazione rifarsi con la componente femminile di un popolo che appena dieci anni prima la faceva da padrone nelle nostre città. L’eleganza fu sconfitta, i giovani fanesi andarono al sodo e molti cominciarono a varcare il Tavollo con ogni mezzo a disposizione, il Florida fu abbandonato come un ferro vecchio. Non bastò neppure cambiare gestore e cercare nuovi avventori. Tentativi generosi, qualche colpo ben assestato ma il declino fu inarrestabile. Rimasero dell’antico splendore i campi da tennis ed una pizzeria molto frequentata. Del Florida un confuso ricordo, tante fotografie, molti aneddoti. Il tutto sembrerebbe riguardare un solo ceto sociale ed una sola generazione. Io ed i miei amici apparteniamo ad una nuova generazione: quella che ereditò cotanta storia, ma non fu all’altezza. Quella che quando c’erano ospiti cantanti di grido si accomodava lungo la massicciata della ferrovia disturbata dal passaggio rumorosissimo dei treni. Non si vedeva nulla ma lo spettacolo era gratuito. C’è ancora chi parla con entusiasmo di quelle notti di follia. Ma eravamo giovani e si poteva rischiare la vita anche per sentire cantare Claudio Villa! Così passava il tempo e diventavamo “grandi”.