Nuova terapia per i pazienti con Parkinson avanzato grazie all’infusione sottocutanea di Levodopa

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FANO – L’Unità Operativa Complessa di Neurologia, ha compiuto un importante passo avanti nel trattamento della malattia di Parkinson in fase avanzata. Nella struttura del Santa Croce di Fano infatti, è stato effettuato con successo l’impianto di un dispositivo per l’infusione sottocutanea continua di Levodopa in due pazienti affetti dalla patologia.

L’infusione continua sottocutanea di Levodopa rappresenta un trattamento innovativo specificamente rivolto a pazienti con malattia di Parkinson in fase avanzata che presentano gravi fluttuazioni motorie difficilmente gestibili con le terapie orali convenzionali. La metodica assicura un controllo più stabile dei sintomi, con un impatto significativo sul miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

“Questa procedura – spiega il Direttore Generale Ast Pu Alberto Carelli – testimonia l’eccellenza dei nostri operatori e del reparto a servizio dei pazienti affetti da patologie neurologiche avanzate offrendo soluzioni terapeutiche più innovative ed efficaci. Questi  primi due impianti rappresentano un importante traguardo che apre nuove prospettive per migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti con Parkinson in fase avanzata, offrendo loro un controllo più stabile dei sintomi e una maggiore autonomia nella vita quotidiana. Ringrazio l’équipe della Neurologia per la professionalità e la dedizione dimostrate nell’adozione di questa tecnologia.”

La Levodopa infatti è il farmaco più efficace per contrastare i sintomi del Parkinson. Tuttavia, la sua somministrazione orale può spesso associarsi a fluttuazioni dei livelli plasmatici, con conseguente variabilità nel controllo dei sintomi motori e la possibile comparsa di movimenti involontari. Oggi, grazie all’innovazione terapeutica gestita dal neurologo Giovanni Flamma, è possibile somministrare la Levodopa in modo continuo attraverso un’infusione sottocutanea.

“Siamo particolarmente soddisfatti di aver introdotto con successo l’infusione sottocutanea continua di Levodopa nel nostro reparto – aggiunge il Direttore della Neurologia Francesco Logullo – Questa metodica rappresenta un’opzione terapeutica fondamentale per quei pazienti con Parkinson avanzato le cui fluttuazioni motorie non sono più adeguatamente controllate dalla terapia orale. La possibilità di somministrare il farmaco in modo continuo garantisce una maggiore stabilità clinica, riducendo i periodi ‘off’ e migliorando significativamente la qualità della vita dei nostri pazienti e dei loro familiari. Il risultato è frutto dell’impegno e della competenza di tutta l’équipe della Neurologia, sempre attenta all’adozione di approcci terapeutici all’avanguardia”.

“Questa modalità di somministrazione – conclude Flamma – garantisce un’azione rapida e un assorbimento non influenzato dall’assunzione di cibo. Il farmaco utilizzato denominato Duodopa, contiene sostanze come la foslevodopa e foscarbidopa. La foslevodopa si trasforma nell’organismo in dopamina, la sostanza chimica fondamentale per la trasmissione dei segnali nervosi e carente nei pazienti con Parkinson. La foscarbidopa, invece, ne potenzia l’efficacia riducendo gli effetti collaterali. Duodopa viene infusa sottocute tramite una pompa portatile che rilascia il farmaco in modo costante nelle 24 ore”.

“Questa terapia innovativa conferma l’impegno della Regione nell’offrire ai marchigiani le migliori cure, meno invasive e più efficaci – dichiara il Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini – Stiamo lavorando anche per portare innovazione nel parco tecnologico con nuove grandi apparecchiature sanitarie che ci consentono di potenziare la diagnostica e di aumentare le prestazioni erogate ai cittadini. Molte sono già entrate in funzione nei nostri ospedali e altre saranno operative nei prossimi mesi, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa e migliorare per i cittadini l’accesso ai servizi”.

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