Presentati i corsi di ceramica nella Casa Circondariale di Villa Fastiggi di Pesaro

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PESARO – Il progetto del corso di ceramica 2025 per le detenute della casa Circondariale di Villa Fastiggi-Pesaro è stato proposto e viene gestito dalla Associazione Amici della Ceramica di Urbania. Sono previsti due cicli che si sviluppano in 26 lezioni ciascuno per un totale di 26 settimane.

Si rinnova, così, una fruttuosa esperienza attivata sempre a Villa Fastiggi nel 2023. 

 

Le detenute hanno la possibilità di apprendere le conoscenze formali e pratiche di una gloriosa tradizione ancor viva nel territorio dell’antico ducato di Urbino, tradizione che l’antica Casteldurante, oggi Urbania, porta connaturata nella sua memoria cittadina e che la Associazione Amici della Ceramica continua a promuovere e mantenere viva.

 

Il primo corso di ceramica 2025 nel carcere di Villa Fastiggi è in fase di esaurimento, vede coinvolte circa 10 detenute che manifestano soddisfazione per l’iniziativa riuscendo già a produrre manufatti di personale fattura che, dopo la cottura effettuata nei forni della Associazione Amici della Ceramica di Urbania, possono trattenere e portare a casa a fine detenzione. 

 

Il secondo corso 2025 si avvierà nel prossimo aprile.

 

L’iniziativa ha potuto concretizzarsi grazie alla convinta adesione della Regione tramite il Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti, Giancarlo Giulianelli e la Commissione delle Pari Opportunità fra Uomo e Donna, rappresentata dalla Presidente Maria

Lina Vitturini.

 

Di importanza decisiva è stata la disponibilità del Comune di Urbania che ha attivato il raccordo amministrativo fra i vari soggetti coinvolti, la messa a disposizione degli uffici per la predisposizione delle articolate procedure, la pubblicizzazione delle iniziativa, oltre che assumere le spese primarie per la cottura delle argille.

 

La convinta plurima adesione di più soggetti amministrativi e la consolidata esperienza dei Mastri ceramici della Associazione Amici della Ceramica di Urbania permette così l’attuazione di un progetto significativo nel campo dell’artigianato artistico per soggetti bisognosi di attenzione ai fini del recupero sociale.

 

LE DICHIARAZIONI Marco Ciccolini, sindaco di Urbania: “È bello riproporre questo corso, giunto alla seconda edizione. Urbania porta i suoi mastri sul territorio facendo conoscere la sua storia e tradizione ceramica anche  dentro la Casa Circondariale di Villa Fastiggi. Siamo e saremo sempre a fianco delle attività del Garante  Regionale dei Diritti dei Detenuti per iniziative come questa”.

 

Andrea Alessandroni, assessore alla Cultura del Comune di Urbania: “La nostra è una città ad altissima tradizioine ceramica e ci fa piacere portare questo corso a Pesaro, altra città della ceramica.  Ringraziamo la Regione Marche per questa opportunità che salta la funzione riabilitativa del carcere e dell’arte. Urbania ha professionisti  di altissimo livello, maestri ceramisti bravi a spiegare la loro materia ma anche a  entrare in empatia con le persone. Le detenute una volta uscite avranno uno strumento in più che può diventare anche una possibilità di lavoro”.

 

Giancarlo Giulianelli, Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti: “È un piacere cogliere l’evoluzione artistica dei lavori fatti rispetto all’anno scorso dalle 20 detenute di Villa Fastiggi. Il detenuto ha poco spazio e tanto tempo, riempire quel tempo con attività di qualità si può fare grazie a dei soggetti importanti come l’Associazione Amici della Ceramica. Questi manufatti a giugno saranno protagonisti di una mostra a Macerata. Lavorerò, inoltre, per aprire questo progetto anche ai minori ospiti di strutture”.

 

Dante Marchi, presidente dell’Associazione Amici della Ceramica: “Noi rappresentiamo la passione e la tradizione locale di una città legata da sempre alla ceramica. L’esperienza nella Casa Circondariale ci da soddisfazione, la passione di chi partecipa al corso è viva.

Con la ceramica veicoliamo anche valori artistici e storici, portando un segnale che rimane e che lascia un saper fare. Credo che sia positivo per i detenuti avere questa testimonianza e i risultati si vedono anche nelle opere che plasmano. Ora il prossimo passo sarà studiare il modo di mettere un tornio e un forno all’interno del carcere, in modo da completare in loco tutto il processo”.

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